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- Sinderesi -
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Cos'è la sinderesi?

(vagliare, capire cosa ha più valore

 

ascoltarsi o forzarsi? In base all'obiettivo futuro a volte è necessario ascoltarsi a volte sforzarsi, 

sinderesi deontica

sinderesi utilitaristica

sinderesi e determinismo sociale, quando gli altri pensano che la vita vada vissuta per tutti in un unico modo e gli altri siano sbagliati)

Si definice sinderesi un tipo di giudizio che la persona fa riguardo ogni qualvolta pensa al suo benessere presente e futuro, stabilendo quale sia la migliore azione o scelta da fare per avvicinarsi al bene e allontanarsi dal male, cioè avvicinarsi a ciò che produce emozioni positive e stare lontano da cose che producono emozioni negative.

La sinderesi si potrebbe definire come la domanda che il soggetto compie prima di ogni azione "questo che impatto avrà nel mio futuro?".

La sinderesi è un'attività complessa, in alcuni casi talmente complessa che il soggetto non riesce nemmeno a trovare una risposta definitiva.

Il punto è che il soggetto è tenuto a calcolare l'evoluzione degli eventi e stabilire come questi poi impatteranno nella sua esistenza, il rischio di errore è elevato.

Esistono tre tipologie di attività sinderetiche:

- sinderesi pre azione, detta temperanza, il soggetto ha un'emozione che lo spinge ad agire e prima di trasformare il tutto in azione si chiede "aspetta, ora voglio questa cosa, c'è un'emozione che mi spinge a soddisfarmi, ma se io ora agisco a parte il vantaggio presente cosa succederà nel futuro?";

- sinderesi generale, il soggetto si concentra in generale su ciò che gli fa bene e ciò che gli fame, su quello che impatta positivamente o negativamente sulla sua vita, da questa sinderesi ad esempio il soggetto partorisce obiettivi come mettersi in forma, vestirsi meglio, etc...

- sinderesi di di selezione, l'avvicinamento e allontamanto da tutto ciò con cui entra in contatto, giudicando buono ciò che conviene tenersi vicino e cattivo ciò che conviene allontanare o distruggere.

Una componente sinderetica punta a frenare, una a selezionare e l'ultima a generare obiettivi che poi non necessariamente saranno portati avanti se il soggetto non trova il modo di motivarsi.

La sinderesi può essere di due tipi:

- rigida, il soggetto arriva a delle conclusioni generalizzate che userà in modo sistematico senza chiedersi più nulla a riguardo

- elastica, il soggetto fa dei calcoli contingenti alla situazione ma che non userà sempre, che tenderà a vedere in modo scettico, continuando a fare questa attività volta per volta in base alle condizioni mutevoli del contesto.

 

Questo è importante perché la sinderesi rigida è alla base di quelli che si potrebbero definire come obiettivi e proibizioni a priori.

Ad esempio ad una donna è stato insegnato da piccola che il sesso fuori dal matrimonio è un male, la nudità è volgare, che alcune cose non si fanno e per tutta la vita porterà avanti questa sinderesi in modo rigido proibendosi a priori ogni volta tutto ciò che è collegato a quella visione delle cose.

Oppure una persona una volta si rende conto che qualcosa le fa male e in modo rigidi crea la regola "quella cosa mi farà sempre male" e se la proibisce da lì in poi a vita.

 

La sinderesi viene fatta basandosi sulla percezione del soggetto, sulle sue norme e sulle credenze che possiede che possono essere apprese da altri o perfino essere ubbiose, per questo non è infallibile e può portare la persona a fare scelte sbagliate. 

Detto in termini più semplici va considerato il fatto che il soggetto fa una serie di previsioni, agisce in scenari dove non ha tutte le informazioni, non si tratta di fare un semplice due più due, ma di fare calcoli a volte anche complessi.

 

La sinderesi ha un peso enorme a livello esistenziale perché il soggetto investirà su ciò che pensa essere un bene, userà le sue energie, il suo tempo e nel caso avesse fatto errore nei calcoli finirà per pagare in modo più o meno salato tale scelta.

Non solo il soggetto scarterà dalla sua vita ciò che crede sia un male, privandosi di tante cose che invece avrebbero potuto arricchirlo e renderlo felice.

Il collegamento fra bene e valore, il bene viene calcolato in base al fatto se quell'azione nel futuro avrà un impatto positivo, anche le conseguenze avranno valore, oppure anche sulla base che non ci siano danni, il soggetto dice "ora mi da piacere e nel futuro non mi reca danni, quindi ne vale la pena".

La sinderesi si potrebbe considerare come l'analisi dei pro e dei contro totali nel lungo periodo, il soggetto pensa a tutti pro e i contro e poi esprime un giudizio finale complessivo.

Concludendo diventa fondamentale sviluppare una personalità elastica, così che la sinderesi possa essere calcolata ogni volta ed è fondamentale sviluppare una mente razionale così che questi calcolci contingenti alla situazione non contengano errori.

Dal web:

"Molto spesso, mi viene da desiderare di avere il potere di poter vedere nel futuro, per sapere cosa mi potrebbe accadere se facessi determinate scelte e se queste porterebbero a qualcosa di buono o di cattivo...
Faccio questi pensieri, soprattutto quando ripenso alle tante scelte che presi tanto tempo fa, pensando, ingenuamente, che mi avrebbero portato del bene, quando invece mi hanno portato solo del male. E qui ci sta bene il titolo del threed: "Se solo l'avessi saputo...".
Ad esempio, anni fa, quando ancora andavo a scuola, accettai di uscire con un ragazzo e con alcuni suoi amici, perché questi insisteva tanto dal farmi pensare: "Cavoli, magari è davvero interessato a me! Altrimenti non insisterebbe così tanto!", e nonostante agli inizi non ero minimamente interessata a lui e ai suoi inviti, alla fine finì per accettare e di uscire alcune volte in compagnia sua e del suo gruppo. Finì addirittura per innamorarmi di lui, per via delle sue numerose attenzioni anche via cellulare, era sempre lui a contattarmi per primo e mi inviava cose carine; ma il tutto finì male, ovviamente: dopo una cena a cui lui non si presentò, senza tra l'altro dirmi niente, da li non si presentò più e non mi inviò più punti messaggi e quando provavo io a contattarlo, lui visualizzava ma non rispondeva. Ad un certo punto, stufa di ciò, troncai i rapporti con lui, uscendone distrutta sentimentalmente e psicologicamente, ricordo che quel periodo di "separazione" definitiva da lui lo vissi con così tanto dolore che mi salì la depressione.
Ancora oggi, quando ci ripenso, mi viene da pensare che se avessi saputo, all'epoca, come sarebbero andate a finire le cose, non avrei mai e poi mai accettato di uscire con lui, neanche se fosse venuto fino a casa mia a chiedermelo in ginocchio; e di conseguenza, non avrei mai sofferto così tanto e non avrei quel triste ed orribile ricordo che ogni tanto torna a perseguitarmi.
A quelli che dicono: "Il bello della vita è che è imprevedibile" io non sono affatto d'accordo, per quel che mi riguarda, preferirei mille volte sapere in anticipo se una scelta che faccio (in qualsiasi ambito) sarà sbagliata oppure no, piuttosto che buttarmi quasi alla cieca, rischiando al 99% dei casi di ricevere qualcosa di negativo. A me ritornerebbe alquanto utile un potere del genere, sono così stufa di fare di continuo scelte che mi sembrano giuste e che invece si rivelano il più delle volte sbagliate, soffrendone di conseguenza!"

 

Questo racconto è quello di una donna che avendo compreso poco del mondo non è in grado di fare delle scelte sinderetiche e di fatto spera in un intervento magico, quando è possibile prevedere in modo valido cosa succede e fare scelte di bene e male razionali.

 

Un altro racconto dal web:

"in un alternarsi di alti e bassi sto attraversando un periodo caratterizzato da profondi rimpianti per tutte le scelte fatte in passato, di punto in bianco mi ritornano mente situazioni passate che hanno condizionato il mio presente, e di cui mi pento e mi vergogno.
In un certo senso vorrei morire per smettere di fare scelte insensate, ma mi rendo conto che sarebbe solo l'ennesima cazzata.
Il problema è che mi sto rendendo conto che le mie scelte passate (amore, lavoro, famiglia, figli) mi hanno portato a una situazione di estrema insoddisfazione per il punto in cui sono arrivato.

La logica vorrebbe che a questo punto uno mettesse giu (anche solo metaforicamente) le cose che vanno bene e le cose che non vanno. e poi cercasse di salvaguardare le prime e risolvere le seconde.

in realtà propio la consapevolezza dei miei errori passati mi blocca, non mi fido della mia capacità di giudizio, neanche nelle cose banali (esempio reale, se cambiare o meno gestore ADSL).

sono scontento della mia vita e di come l'ho condotta finora: al punto che non ho i mezzi (economici), l'energia (fisica e mentale) e la capacità di riportare tutto a una situazione che mi soddisfi, anche se non saprei nemmeno descrivere, e quindi ricercare, questa ideale "felicità"."

 

 

 

Un racconto dal web può aiutarci a capire cosa sia la sinderesti da un punto di vista reale:

"Non riesco a portare avanti obiettivi

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Diciamo che ho più di 30 anni e nella mia vita non ho concluso nulla, forse per eccessivo perfezionismo non so.
Ogni volta che ho preso a cuore qualcosa e mi sono impegnata, qualcosa o qualcuno ha distrutto quello che ho costruito, o probabilmente l’ho distrutto da sola, non so.
In parole brevi mi succede questo, da quando avevo 11 anni.
-mi organizzo la vita, mi do degli obiettivi e delle priorità 
-dopo poco tempo entro in un vortice di dubbi e di domande.
”è bene quello che sto facendo?”
”non sarebbe stato meglio fare così o cola?”
oppure
”non riesco a portare avanti questa cosa”
E lascio stare i miei progetti, credendo di crearmene di migliori ed invece entro in vortici di sensi di colp
“sarebbe stato meglio continuare come avevo deciso un anno fa”
”perché ho mollato e non ho continuato in quel modo?”
e passo giorni in casa a farmi domande alle quali non so dare risposta
Ci tengo a precisare che questi momenti arrivano dopo dei feedback negativi e con la mia famiglia i feedback sono continuamente negativi.
Credo di essere figlia di manipolatori che vogliono annullarmi e azzerare la mia autostima per tenermi legata al cordone ombelicale.
I terapeuti ai quali mi sono rivolta mi suggerivano di “non abbassare la guardia” e di “perseverare”. Fossi in grado lo farei no?
Ora mi trovo in uno stato di immensa apatia “Che le faccio a fare le cose? Tanto...”

Vi faccio un esempio: volevo rassodare, vado da un dietologo e in palestra, mi impegno, riesco ad ottenere un corpo molto bello, mio padre inizia a gridarmi addosso che sono “troppo magra”, iniziano a sorgere i dubbi che sia vero, inizio a non piacermi più, lascio stare dieta e palestra (non trovavo faticoso ne la dieta ne la palestra anzi le vivevo come una cosa piacevole e divertimento), ora sono da mesi in sovrappeso sentendomi psicologicamente bloccata nel rimettermi a dieta “Tanto distruggeranno ciò che ho costruito”
E vivo così tutto. Relazioni. Vita sociale. Lavoro. Studio. Tutto

Quello che cerco è questo, quello di cui ho bisogno è questo: sapere di essere talmente forte che niente e nessuno potrà persuadermi dalle cose alle quali ho deciso di dedicarmi, che niente o nessuno crei in me una insicurezza talmente grande da mettere in dubbio me e la mia vita. Vorrei avere la certezza di avere sicurezza in me stessa e che nessuno possa riuscire a distruggere questa sicurezza e a ferirmi o umiliarmi (ho preso e prendo continuamente umilizioni). 
Senza la certezza di sentirmi emotivamente e intellettivamente intoccabile, non riuscirò mai ad avere una vita serena.

A volte sono andata dritta per la mia strada per periodi lunghi, anche anni, ed ero convinta che nessuno più sarebbe riuscito a mandarmi in crisi, ma così non è stato.

So che “mi fanno credere di essere sbagliata ma non devo dar loro retta”. So che non devo stare a sentir la gente. So che devo essere resiliente e li dobbiamo essere tutti nella vita. Si che non ho nulla di sbagliato e la vita perfetta non esiste. So che ci sarà sempre chi criticherà. So che i dubbi faranno parte della vita. Le so! Tutte queste cose le so, saperle non mi fa stare meglio!"
 
In questo racconto si evince una donna che non è in grado di recepire i feedback, specialmente quelli genitoriali, che la mandano in tilt. Il padre avrebbe ad esempio potuto dirle che non stava bene magra perché non accetta l'idea che sua figlia fosse troppo seducente con un conseguimento di attività sessuale, forse perché la vorrebbe meno piacente e accasata con qualcuno, oppure perché il padre pensava che la magrezza non sia salutare e quindi spingeva affinché la figlia fosse più grassa e dal suo punto di vista più in salute. Quello che questa donna non capisce è che quando ci si pone degli obiettivi è utile guardare ai feedback ma questi vanno saputi interpretare, selezionati, capiti, cosa che non riesce a fare al punto da finire per nutrire dei dubbi e cedere anche quando nel suo processo sinderetico aveva stabilito un valido bene per sé. 
 
 
"Quanto pesano le decisioni non prese.
Sempre più mi rendo conto di essere incapace di prendere decisioni per me, tantomeno per altri.

Devo ancora capire se pesano più di quelle prese.

Paragono una decisione ad un bivio, se sai dove andare sai dove girare. Puoi anche sbagliare un incrocio ma sei in grado di capire che bisogna tornare indietro rapidamente.

Viceversa se non sai dove andare, dopo che sbagli il primo bivio, sbaglierai il secondo il terzo e così via fino a quando ti ritrovi in un posto che non sai cosa sia, e non pensavi neanche potesse esistere..

Probabilmente la strada la ritrovi quando ormai è troppo tardi, e altri hanno fatto la strada giusta a differenza di te."
ultima modifica il: 05-01-2020 - 16:01:09
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