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- Derealizzazione -
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Cos'è la derealizzazione? 

La derealizzazione è un fenomeno che riguarda un particolare fenomeno percettivo in cui le persone, seppur sappiano che la realtà che le circonda è la stessa di prima, non riescono più a sentirla allo stesso modo di come la sentivano prima e di conseguenza non possono fare a meno di affermare che per loro è come se fosse cambiata, anche se non sono in grado di dire come e perché.

 

La derealizzazione riguarda quindi l'ambiente esterno, che siano essere persone o oggetti inanimati, si parla invece di depersonalizzazione invece quando ciò che non si riconosce è il "se stessi", cioè il non riuscire a sentirsi come prima o come parte di un continuo nella propria identità.

Attenzione a non confondere la derealizzazione con il conflitto interiore che produce quel fenomeno che si potrebbe definire di scissione interna, dove il soggetto nel conflitto avverte chiaramente una parte di sé che prova un'emozione e un'altra che prova un'emozione opposta, come se ci si fosse sdoppiati, ad esempio in un'interazione sociale da una parte c'è l'obbligo ad ascoltare l'altro, rispondergli, interagirci ma dall'altra potrebbe essere una spinta ad ascoltare se stessi, difendersi dall'evitare di dire cose sbagliate, cose stupide, etc...

Perché la derealizzazione accade? Per capire questo punto è necessario rendersi conto che la realtà può essere percepita in modi differenti e uno di questi modi si può definire come emotivo/inconscio, cioè invece di vedere il mondo come un'insieme di categorie percepite consciamente, cioè con una descrizione linguistica , il mondo viene descritto a livello emotivo lasciando  all'inconscio il compito di farci sentire per comprendere.

La derealizzazione è un fenomeno che tecnicamente potrebbe essere descritto come un problema di euristica di acquisizione, cioè il soggetto "sente e capisce" il mondo tramite le emozioni e quando queste emozioni hanno dei problemi di conseguenza anche tutto il suo sistema percettivo va in tilt.

Quello che normalmente accade è che il nostro inconscio ci parla sempre allo stesso modo, ci fa sentire il mondo in modo lineare, ma nel momento in cui avvengono stravolgimenti emotivi interni ecco che questa comunicazione potrebbe modificare e il soggetto potrebbe ritrovarsi con una comunicazione differente, sentire il mondo differente ed entrare in uno stato che definiamo di derealizzazione.  

La derealizzazione potrebbe manifestarsi ad esempio nel sentire una persona con cui si sono passati anni di vita come se fosse un'estranea, il che lascia interdetto il soggetto che la esperisce.

Non è un caso che queste persone parlino di "realtà che sentono diversa" come se in parte sapessero che non è cambiato nulla eppure la sentono diversa.

La derealizzazione ha due cause:

- evento emotivo esterno, ad esempio un grosso stress lavorativo o l'incontro con una persona che è in grado di alterare l'umore in modo significativo per giorni, mesi o anni. Ciò che avviene è che quell'emozione interferisce nel "sentire la realtà nel suo ricordo", non la si riesce a ricordare a causa delle interferenze emotive causate da un evento esterno. Tolto l'evento esterno il soggetto ritorna ad una condizione normale;

- cambio di personalità, il soggetto cambia la personalità e il relativo mondo emotivo. Non c'è nessuno evento esterno a creare interferenze, è il soggetto stesso che mutando qualcosa dentro di sé muta anche il modo di sentire il mondo e cambia di conseguenza anche quel sentire esterno, creando interferenze con il "sentire per comprendere la realtà". Qui la questione si complica perché difficilmente si torna indietro, non esiste un backup della personalità. Un esempio eclatante di cambio di personalità lo troviamo nei periodi di "riflessione filosofica" dove il soggetto inizia a porsi troppe domande e le risposte che trova lo cambiano e da qui si ritrova immerso in uno stato di realizzazione.

 

Per fare una metafora pensiamo alla bussola, noi terresti possiamo usare la bussola perché all'interno del nostro pianeta si genera un magnetismo tale che fa funzionare questo strumento, ma se per qualche motivo dovesse succedere qualcosa al magnetismo ecco che la bussola impazzisce e ci guiderebbe in direzioni sbagliate, non funzionerebbe più indicandoci il Nord dove in realtà non c'è.

La persona che prova derealizzazione ha la bussola interna sballata da eventi emotivi o un cambio di personalità, quindi lo strumento gli dà errori, gli parla in modo diverso, finendo per non riconosere più niente perché il Nord ora non è il più il Nord.

 

Qui si può assistere anche ad un effetto paradosso, cioè il soggetto per il solo fatto di sentirsi derealizzato si spaventa e l'ulteriore carico emotivo e tutti i pensieri psicopatici che fa a riguardo non fanno altro che aumentare l'effetto derealizzante ritrovarsi in un vortice in cui la derealizzazione aumenta sempre più.

 

Questo effetto paradosso è alla base del cronicizzarsi della derealizzazione, perché il soggetto ci pensa, si agita e aggrava la situazione un po' come qualcuno che si fa una ferita e se la tocca e gratta in continuazione impedendo di farla rimarginare e infettandola.

Una cosa da tenere a mente è che nella derealizzazione il soggetto conserva l'esame di realtà, si rende conto che la realtà non è cambiata. ciò che è cambiato è come la percepisce, questo punto è fondamentale altrimenti non si può parlare di derealizzazione.

La derealizzazione come si spiega da un punto di vista esistenziale? Perché le persone vivono affidandosi a questi sentimenti inconsci?

La risposta è ini esistenze "animalesche", soggetti che hanno passato una vita intera a sentire invece di comprendere e dare una spiegazione logica alla realtà che li circonda, soggetti che non sono mai cresciuti e che hanno preferito fare una vita di istinto, di scelte impulsive, senza mai ragionare più di tanto su chi siano, sulla realtà che li circonda.

Sono soggetti che quando attraversano periodi di stress o sono esposti a fenomeni impattanti, come farsi delle domande per la prima volta o subire eventi "che aprono gli occhi" finiscono inevitabilmente per fare dei cambiamenti con la successiva scissione emotiva interna, con un sentire diverso che li porta in derealizzazione.

Sono soggetti non pronti alla vita, che hanno un minimo di mente conscia ma per lo più vivono in modo istintivo o inconscio, non hanno elaborato abbastanza, non hanno sviluppato abbastanza strumenti cognitivi e per questo se la loro bussa inconscia impazzisce crollano perché la coscienza che hanno è talmente debole e impreparata che oltre il rendersi conto del problema non è in grado di fronteggiarlo adeguatamente.

La derealizzazione è il rischio di chi non è cresciuto in termini di "IO" e di coscienza, di comprensione del mondo per capirla senza il bisogno di emozioni.

Ma cosa si intende con significato linguistico? Pensate a vostra madre e tentate di descriverla, chi è, cosa rappresenta per voi, cosa provate per lei. Se le prime cose che vi vengono a mente sono solo immagini e emozioni vuol dire non si è sviluppato un pensiero conscio e chiaro verso quella persona ma si è ancorati in una dimensione animalesca del "sentirla". In questo specifico esempio vostra madre non è una persona che realmente conoscete e siete in grado di decrivere, ma è costruita a livello emotivo e se per qualche motivo le emozioni cambiano ecco che la sentirete in modo differente.

Se state provando derealizzazione fate questo esperimento, prendete qualsiasi persona o cosa che pensate di conoscere e tentate di interrogarvi su quello che sapete, tentate di descriverlo accuratamente ad esempio su un foglio di carta. Quello che vedrete è che in realtà non sapete nulla o quasi, ogni cosa che pensavate di sapere era vissuta emotivamente, cioè "sentite di conoscerli, di capirli, etc.." ma di fatto manca lo studio descrittivo e non sapete affermare frasi come "io e questa persona siamo compatibili, abbiamo queste affinità, i suoi diffetti sono X e Y etc.. lei mi piace per questo, io provo questo, a lei piace questo".

 

Riassumendo si potrebbe affermare che la derealizzazione si manifesta quando queste due variabili sono presenti contemporaneamente:

- la persona ha un profondo cambiamento umorale;

- la persona non ha una coscienza pienamente formata e in grado di comprendere e rappresentarsi la realtà ma la percepisce per lo più emotivamente in alcuni frangenti.

 

Questo spiega perché è sufficiente che cambi l'umore o cambi la personalità per piombare in uno stato di derealizzazione.

 

Quali sono le soluzioni alla derealizzazione? tre:

- nel caso di derealizzazione evento emotivo si agisce affinché quell'evento venga eliminato, il soggetto in questo modo torna ad avere un umore che gli fa sentire la realtà per quello che è o gli da riaccedere al ricordo emotivo;

- nel caso di realizzazione da cambio di personalità, il soggetto da solo o con l'aiuto di un terapeuta tenta di ritornare ad un punto percettivo che gli faccia sentire la realtà così come la ricorda, quindi ritornare ad essere la persona con uno specifico umore e una specifica personalità che non alteri il sentimento e di conseguenza la percezione degli eventi. Detto in altri termini si tenta di fare un backup di personalità o comunque ristrutturarla in modo che sia simile a quella precedente, ridando al soggetto il suo vecchio modo di sentire e di conseguenza riconoscere la realtà;

- nel caso di realizzazione da cambio di personalità, il soggetto accetta che probabilmente un sentire la realtà non è la cosa migliore da fare. Invece di cercare in tutti i modi di annullare la derealizzazione, la asseconda volontariamente e comincia a guardare il mondo con occhi nuovi, non più di chi si limita a sentire ma di chi vuole comprendere e conoscere esattamente cosa ha vicino, chi ha vicino. Si accetta che la dimensione emotiva/istintiva è solo un problema e che il mondo conviene spiegarselo e capirlo usando metodi più mentali. Si prende quindi la derealizzazione come un trampolino di lancio per tentare di comprendere finalente la realtà, conoscerla e viverla in modo completamente differente. Il disagio cesserà immediatamente in quanto invece di avere bisogno e di tentare in ogni modo di ritornare al sentire le cose come passato il soggetto guarda al futuro inseguendo e desiderando questo cambiamento arrivando ad una crescita per vedere la realtà in modo differente e più chiaro.

 

Da un punto di vista inverso la derealizzazione potrebbe spiegare perché le persone resistano al cambiamento, come se avvertissero che quel cambiamento produce effetti negativi sul loro sentire il mondo e per questo lo rifiutano.

 

Una persona che ha capito e studiato il mondo non può provare derealizzazione perché ciò che sa ora è indipendente dal punto di vista percettivo emotivo, si può cambiare punto di vista ed evolversi senza avvertire la separazione netta che avverebbe a livello emotivo perché il punto di vista cognitivo si basa sulla comprensione, e quando comprendi qualcosa ne comprendi anche l'evoluzione e cambiamento cosa che invece non può avvenire a livello emotivo dove l'unica cosa che si sente in quel caso è una "scissione emotiva interna".

In conclusione si potrebbe affermare che una visione emotiva di sé e del mondo espone al rischio di derealizzazione e depersonalizzazione mentre al contrario una persona che ha sviluppato una profonda identità di sé difficilmente proverà depersonalizzazione, così come una persona che ha passato tempo a studiare e capire il mondo intorno a sé difficile proverà derealizzazione, perché non c'è modo di ingrangere una visione chiara e pensata della realtà che ci circonda, quella è e quella rimanea prescindere da ciò che si possa provare.

La derealizzazione può sfociare in disturbo per due motivi

- ciclo ossessivo, il soggetto potrebbe non accettare questo stato e tentare ossessivamente di eliminarlo, ma questo tentativo non farà altro che alimentare la derealizzazione perché meno lo accetta e più alimenta emozioni che aumentano la scissione emotiva interna;

- rassegnazione, il soggetto anche se non scivola in un ciclo ossessivo comunque ha un'alterazione dell'umore, vive in modo negativo questo accadimento, non lo accetta e ciò alimentare condotte depressive con tutte le conseguenze del caso.

 

Derealizzazione e interventi peggiorativi

Il punto sul ciclo ossessivo ci fa comprendere che la cosa che convenga fare è non tentare di intervenire sulla derealizzazione se non si sa cosa si sta facendo, conviene accettarla e chiedere aiuto nel caso si protragga nel tempo ad un terapeuta.

Derealizzazione e farmaci

Questo è uno di quei pochi casi in cui i famarci non possono aiutare in nessun modo, anzi peggiorano solo il quadro della situazione perché ancor di più allontanano il soggetto da quel "sentire" che invece ricerca. L'unico farmaco efficace in questo caso sarebbe un farmaco "così intontente" da sedare il paziente ma di fatto non risolverebbe nulla, lasciandolo in un'esistenza che è quella che sente come propria.

 

 

 

Derealizzazione e psicopatia

Un'altra variabile che complica e aggrava questi stati è la psicopatia e il tempo a disposizione che la persona potrebbe avere per pensare peggiorando il quadro della situazione, viene da sé che se un soggetto ha vissuto per anni per euristiche affidandosi a sensazioni ed emozioni l'utilizzo del pensiero probabilmente distorto finirà con il peggiorare la situazione (anche nell'otticca ossessiva ovvero nei tentativi di uscirne) in quanto andrà a pensare cose prive di fondamento come "sto impazzendo" o "non sono normale" che ancora di più perturbano emotivamente e mantengono attivo il fenomeno. Detto in altri termini, il soggetto non comprendendo la situazione, cosa sta succedendo, più ha tempo per pensare più partorirà conclusione distorte che lo faranno stare peggio.

 

Derealizzazione e depersonalizzazione per l'AB hanno un origine comune ovvero quello che si potrebbe chiamare percezione prevalentemente emotiva, cioè sono persone che non puntano a capire le cose ma a sentirle, è il recordo emotivo e come sentono a fargli capire la realtà, a suggerirgli cosa fare e a fargli apparire qualcosa come familiare o meno. Se per qualche motivo il modo di sentire la realtà cambia drasticamente il soggetto si ritrova con una frattura interna in quanto ciò che ora percepisce e sente non va più a coincidere e funzionare con quello che è il suo mondo interno, la sua memoria emotiva della realtà arrivando a scardinare anche le cose più famigliari e sentirle sconosciute.

 

 

 

Il senso di estraneità

Le persone che si trovano in questi due stati tendono a parlare di loro o della realtà usando questa locuzione ovvero "sentimento di estraneità" proprio a dimostrazione del fatto che percepiscono le cose in modo differente e diverso dal "famigliare" cioè "estraneo". In alcuni casi si parla perfino di sogno in quanto quel senso di realtà e di percezione differente il soggetto lo ha esperito per lo più quando sogna.

 

La derealizzazione e la depersonalizzazione di solito vengono confusi con l'iper razionalizzazione esistenziale, dove la persona entra in un vortici di pensieri sul senso della vita che gli trasmettono non un senso di irrealtà quanto più una serie di dubbi sull'utilità e il senso dell'esistenza stessa. Sono persone che provano emozioni negative al pensiero che la realtà non sia reale o non abbia significato ma che non ha nulla a che fare con la derealizzazione e il "sentire estraneo".

 

La derealizzazione transitoria

 

Approfondiamo questo fenomeno, probabilmente il più comune e che spiegherebbe perché nonostante un numero elevato di persone siano predisposte alla derealizzazione all'atto pratico solo una piccola frazione entra nella fase di disturbo, come si spiega tutto ciò?

La risposta la troviamo in due fattori:

- la tendenza alla non accettazione e la mancanza di metodi elaborativi

- l'ipersensibilità alla scissione emotiva

Detto in soldoni le persone tendono a provare frequentemente questo stato a seguito di eventi particolarmente emotivi ma lo considerano normale, come qualcosa che allo stesso modo di come è venuto se andrà via insieme all'evento che l'ha scatenata, questa visione della derealizzazione fa si che questo diventi transitorio, viceversa una reazione ossessiva o alla quale il soggetto "esce distrutto da questa situazione" non fa altro che cronicizzarla e impedirne una risoluzione automatica.

 

La derealizzazione non può essere transitoria quando è la personalità ad essere cambiata, qui non c'è modo che la situazione si risolva da sé ma è necessario che la persona, come descritto nel corso dell'articolo, o ritorni alla personalità precedente o prenda questa situazione come spunto per uscire definitivamente da questa visione emotiva ed istintiva della realtà, questa forma di derealizzazione può essere definita per comodità radicata, in quanto si origina dalla personalità stessa che è cambiata e non è collegata alla transizione di eventi esterni.

 

Un punto di vista esistenziale e di crescita sulla derealizzazione

Una strada per prevenire o risolvere fenomeni di derealizzazione transitoria o radicata è quella di sviluppare una visione cognitiva della realtà, cosa che in un'ottica di crescita personale equivale a migliorare la propria percezione del mondo, le proprie credenze e le proprie deduzioni ripartendo anche se necessario da zero. Questo in chiave esistenziale vuol dire comprendere a pieno cosa voglia dire crescere e seguire le varie tappe proposte nell'articolo specifico.

 

Consiglio di fine articolo

La derealizzazione non è una malattia ma è una conseguenza di un particolare modo di vedere la realtà, una visione che per comodità si potrebbe definie in chiave emotiva. La cosa migliore da fare quando la derealizzazione è provocata da eventi esterni è non fare nulla, lasciare che tutto passi e torni da sé alla normalità, mentre quando la derealizzazione è causata da un cambiamento interno allora è conveniente chiedere un aiuto professionale esterno perché da soli c'è il rischio di rimanere impantanati in una situazione complessa e che nemmeno si comprende.

 

APPUNTI:

- non confondere la derealizzazione con il "filosofare pazzo" cioè soggetti che si fanno viaggi mentali con deduzioni fallaci e pensano che la realtà non esista, che la vita non abbia senso, etc... provando emozioni negative. 

l'attacco di panico e l'effetto del travolgimento emotivo non ha nulla a che fare con la derealizzazione.

La derealizzazione è quello stato emotivo che scatta quando la persona inizia a domandarsi sul senso della vita e invece di trovare una soluzione non fa altro che trovare dubbi che la fanno soffrire maggiormente, sono persone che entrano in un vortice di psicopatia dove più ci pensano e più ne soffrono.

La derealizzazione ha la massima probabilità in momenti di stress dove un umore negativo e diverso dal solito impedisce alla persona di avere quel salvagente emotivo che aiuta le persone a dare "un senso emotivo alle cose" in cui è come se percepissero il calore della vita e li aiuta ad autoconvincersi che comunque ci sia un senso. Nei momenti più difficili questo non c'è e quindi la persona aumenta le probabilità di scendere in derealizzazione anche perché domande come "chi me lo fa fare?" spingono ancora più nel vortice del senso dell'esistenza.

Sono persone che non hanno accettato ed elaborato la vacuità di questa esistenza, cosa a cui quando possono tentano di non pensarci o che comunque riescono facilmente ad autoconvincersi con l'emozioni positive che trasmette la vita.

La differenza fra derealizzazione e depersonalizzazione è che in quest'ultima accade un fenomeno emotivo analogo, la persona non sente più a livello emotivo se stesso o gli altri, come se fossero sconosciuti, dove ad esempio qualcuno dice "non sento che è mia madre" sono fenomeni che nascono quando ci sono sconvolgimenti emotivi, umorali o dipersonalità tale che si va ad interferire anche ai sentimenti più solidi che si ha verso persone che si conoscono.

 

Potremmo affermare che la derealizzazione è un brusco risveglio che capita specialmente in momenti di stress e momenti dove la persona tende a cadere in vortici di psicopatia dove si interroga sulla vita e le risposte che ottiene altro non fanno che destabilizzarla emotivamente, farla staccare da quella che era la sua "percezione emotiva della vita". Un soggetto non può entrare in derealizzazione se ha già capito e accettato la vacuità di questa esistenza, la prende per quella che è senza autoinganni emotivi o autoconvincimenti di comodo.

 

La derealizzazione può scattare in tre modi:

- la persona inizia a farsi delle domande esistenziali per curiosità ma non è pronta ad affrontare tali tematiche, è fragile e più scava più soffre e genera questo sentimento di irrealtà amplificato da un umore che muta e non gli fa percepire famigliare più la realtà dove vive;

- la persona ha un senso di irrealtà a causa del cambio umorale che gli trasmette questo senso che sia tutto diverso e da lì partire con dubbi che peggiorano la situazione;

- la persona ha delle difficoltà che la portano a chiedersi che senso abbia fare quei sacrifici e  da lì scavare ed arrivare alle tematiche esistenziali che analogamente al primo punto non sa affrotnare.

 

 

"Tre mesi fa, circa, dopo un periodo di prolungato ed intenso stress, una sera ho avvertito per la prima volta tutti i sintomi di quella che comunemente viene chiamata derealizzazione (l'ambiente circostante sembra irreale, le altre persone sembrano irreali, la vista è appannata, i suoni sembrano provenire sempre da lontano, emotività piatta, si fa tutto in modo meccanico...) ed in seguito ho iniziato a soffrire di forte ansia, attacchi di panico ed ad avere una miriade di ossessioni a tema esistenziale."

 

 

non confondere la derealizzazione con lo stato continuo di scarsa lucidità a causa di dinamiche emotive estese e intense che impediscono alla persona si concentrarsi, di svolgere lucidamentale la sua esistenza.

 

NON CONFONDERE LA DEREALIZZAZIONE CON IL CAMBIAMENTOD I PERSONALITA CHE PORTA UNA PERSONA A PROVARE EMOZIONI E SENTIMENTI DIVERSI, senza che questo sia un problema, anzi la persona accetta di buon gran grado il suo cambiamento, il suo modo diverso di sentire e vedere. La Derealizzazione riguarda chi, a causa di un cambio di personalità, sente il mondo estraneo, sente tutto diverso e questo lo spaventa, lo confonde, gli impedisce di essere se stesso perché non sentendo più allo stesso modo non è più nemmeno in grado di comportarsi allo stesso modo.

DA RIVEDERE

La derealizzazione è un fenomeno che avviene nel momento in cui una persona si immerge in una realtà che resta simile ma che percepisce differente ogni volta, non perché sia cambiata la realtà, la persona consciamente sa di ritrovarsi nello stesso ambiente, ciò che cambia è la percezione emotiva a causa di un continuo scombussamento emotivo interno che porta la persona a percepire la realtà in modo costantemente diverso finendo per non "sentirla mai proprio (si legga percezione per comprendere).

La dearelizzazione è una diretta conseguenza di quella che è una problematica umorale, problematica che a volte potrebbe essere considerata per assurdo normale e che porta la persona "sentire" che non appartiene a quella realtà, manca quella costanza, quel percorso prolungato di stabilità che porterebbe la persona ad appropiarsi di quella realtà, "sentendola propria".

Questa discontinuità produce anche effetti sui ricordi portando o la persona a non fissare i ricordi producendo un vuoto di memoria nel momento in cui la persona cerca di ricordare l'ultimo periodo o dando una sensazione di infinità, come se la persona vedesse il passaggio di giorni o dei mesi come se fosse un'eternità.

Quest'ultimo fenomeno si spiega con il fatto cambiamento, una persona nella propria visione delle cose è abituata ad associare cambiamenti emotivi come qualcosa per cui è passato una mole di tempo, perché fino a quando la persona non aveva alcun problema dell'umore era questo quello che accadeva, la percezione emotiva delle cose cambiava molto lentamente, ora che invece la percezione emotiva cambia rapidamente alla persona sembra, conservando quell'associazione fatta nel corso della sua esistenza, che siano passati anni invece di giorni o mesi.

 

 Secondo l'AB la derealizzazione è una conseguenza di un cambiamento repentino e nette dell'emozioni che la persona prova, quindi di un cambiamento umorale netto.

videoregistratore emotivo

 

qual'è la differenza fra derealizzazione e depersonalizzazione?

 

ultima modifica il: 04-02-2020 - 9:41:26
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