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- Protagonismo -
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Cos'è il protagonismo? Cosa si intende per protagonismo? 

 

Con questo termine si racchiude il fenomeno della ricerca di attenzioni, cioè tutto il comportamento o il desiderio tenutosi dentro che il soggetto ha nei confronti degli altri. Ad esempio una persona che posta una sua foto su un social network lo fa per ricevere attenzioni, mettere un certo tipo di vestito, andare in un luogo, sono tutti comportamenti che rientrano nella ricerca di attenzioni.

La prima domanda che conviene porsi è perché si ricercano le attenzioni? Esistono prevalentemente tre risposte:

- obiettivi sociali, ogni volta che ci poniamo come obiettivo quello di avere amicizie, avere un rapporto, avere un lavoro questo diviene possibile solo se gli altri in qualche modo ci conoscono, si interessano a noi oltre che l'essere noi a ricercare gli altri. Ricevere l'attenzione da parte dell'esterno facilita enormemente il raggiungimento di questi obiettivi, se voglio avere un partner e ho già una persona interessante che mi contatta, mi cerca, il tutto sarà più facile. Il protagonismo in questo caso è inteso a costruire una situazione che faciliti, ci si mette in mostra puntando su quelli che sono i propri valori per far avvicinare le persone a sé, farle interessare;

- ricerca del piacere, a differenza del punto precedente il soggetto lo fa non tanto per un obiettivo ma solo per le emozioni che il protagonismo gli fa provare, una persona che si sente bella, che vede tutti gli sguardi intorno a sé potrebbe ricercare questa emozioni e addirittura sfruttarla narcisisticamente per sentirsi superiore agli altri. I centri principali del piacere che possono essere collegati sono quelli dell'orgoglio, più mi ricercano, più vuol dire che ho valore e sono migliore di altri. Un altro potrebbe essere quell'autostima, il soggetto tramite questi feedback accresce l'autostima e si sente meglio con se stesso, ha meno paure, sa di poter fare più cose, etc...;

- bisogno di attenzioni, qui il protagonismo inizia a diventare un mezzo per passare il tempo, per cercare aiuto, per non sentirsi solo perché il soggetto in quel momento non sa cosa fare o non riesce a superare un problema e quindi come unica soluzione vede quella di cercare attenzioni, vedendo negli altri una unica possibile soluzione alla sua situazione negativa.

 

Alla base del protagonismo ci sono tre elementi di base:

- istrionicismo

- valore a apprezzamento

- approvazione

 

Il soggetto usa queste tre armi per catturare l'attenzione

Il protagonismo nella sua versione più estesa si può tradurre in una ricerca totale verso gli altri di approvazione e apprezzamento con pensieri come "Ho sempre sognato di essere ammirata ed amata da tutti, sia da uomini che da donne.".

Siamo un po' tutti in cerca di protagonismo? Si, basti pensare all'obiettivo sociale e ai mezzi che usiamo per raggiungerli, il punto è riconoscere quando tutto questo viene vissuto in modo razionale e funzionale alla propria esistenza e quando inizia a diventare un comportamento che danneggia la qualità esistenziale, che è indicatore di una personalità con fragilità e disadattamenti.

 

Il protagonismo si può suddividere non solo per obiettivo ma anche per specificità dell'obiettivo:

- protagonismo specifico detto anche mirato, la persona sa già quale persona vuole e di quale vorrebbe riuscire a catturare l'attenzione e quindi il suo protagonismo è mirato a quella persona. (ma qui la domanda, perché non agire direttamente su quella persona senza fare tutto questo giro dell'attenzione?)

- protagonismo "massimizzato" il soggetto non sa a chi rivolgersi esattamente per questo spera in quanta più attenzione possibile o per una questione di suscettibilità "più ne sono più provo" o di aumentare le probabilità che fra tutte quelle persone che si interessano ci sia quella che soddisferà il nostro obiettivo sociale o ci aiuterà nel risolvere i problemi che non riusciamo a risolvere da soli.

 

 

APPUNTI:

- dichiare il suicidio come richiesta di attenzione è protagonismo?

 

DA CANCELLARE COMPLETAMENTE e spostare nella fallacia autoreferenziale

 

 

quale usare? Considerando che c'è autoreferenziale e proiezione

 

Si defiinisce egocentrica quella fallacia che compie un soggetto nel momento in cui tenta di spiegarsi il comportamento degli altri, le loro scelte, il loro essere basandosi su di sé, seguendo una logica di pensiero che si potrebbe descrivere come "io sono così gli altri sono come me".

La fallacia egocentrica non solo impedisce al soggetto di comprendere come è fatta l'altra persona, ma anche il perché l'abbia fatta proprio perché non riesce a mettersi nel punto di vista dell'altro ma usa il suo pensando che sia lo stesso di quello altrui.

L'egocentrismo si può suddividere per comodità in due macrogruppi:

- Egocentrismo consapevole, la persona sa che non tutti sono come lui ma riesce a comprendere solo le perosne che sono simili a lei, stesse sensazioni, stessa visione, il resto non lo comprende ed è portato quindi per necessità a pensare che ogni altra persona sia come lei, perché non ha altro modo di poter comprendere la situazione anche se di fatto in questo modo acquisisce solo una percezione distorta della realtà altrui;

- egocentrismo ignorante, il soggetto è convinto che gli altri siano come lui e quando vede episodi differenti pensa che quelle siano semplicemente persone "malate" o ne nega l'esistenza.

 

L'egocentrismo non va confuso con un fenomeno apparentemente simile, quello sulle statistiche delle caratteristiche più frequenti, il soggetto inizia a fare delle indagini per scoprire come sono fatti gli altri mediamente. Questo fenomeno tiene presente del relativismo dei punti di vista e punta tramite un'indagine ad avere una visione d'insieme che può essere utile al soggetto, come il caso della piacenza.


Un fenomeno che potrebbe apparire simile all'egocentrismo è la costruzione di regole basandosi su distorsioni del soggetto, cioè analogamente alla costruzione di statistiche descritte prima il soggetto fa arbitrariamente dei viaggi mentali dove pensa di poter "dedurre la statistica" tramite regole e passaggi deduttivi più o meno distorti non seguendo il metodo scientifico.

Questa costruzione di regole va spiegata con la rigidità mentale e non l'egocentrismo, un esempio di queste costruzioni le si trova con deduzioni quale "tutte le persone provano un senso di disgusto quindi è possibile costruire una regola per definire chi è bello o brutto per tutti o per la maggior parte" e roba distorta analoga.

 

[una delle fallacie egocentriche consiste nell'autoconvincersi che siccome alcune emozioni siano universali, quindi si può dedurre a partire da sé ciò che provano gli altri come il caso del letame, tutto il resto sia così, quando invece la maggior parte dei giudizi che le persone fanno si basano su tre fattori e non uno ovvero credenze di partenza, metodi deduttivi e infine le emozioni, emozioni che non sono solo di base ma anche condizionate, dimostrando come chi usa la scusa del "se la cacca fa schifo a tutti allora anche altro si può universalizzare" sono solo persone che prendono un esempio applicabile in un numero limitati di casi, ovvero le pulsioni di base umane e applicarlo a tutti i giudizi che la persona può fare che si basano su altri fattori più complicati]

Si definisce egocentrico un soggetto che nel momento in cui si interroga sui pensieri ed emozioni degli altri cade sistematicamente in errore perché invece di partire dalla considerazione che l'altra è una persona unica con un proprio unico punto di vista tenta invece di dedurlo partendo da sé e dalle proprie emozioni.

L'egocentrismo fa parte delle fallacie di attribuzioni, dove per fallacie di attribuzione si intende la costruzione di una sorta di "teoria del pensiero altrui"dove la persona pensa di poter dedurre cosa l'altro pensa senza chiederlo.

L'egocentrismo si basa prevalentemente sul "io penso e provo queste cose, allora lo penserà e proverà anche l'altro". Non necessariamente la costruzione è così lineare, la persona potrebbe sviluppare questo collegamento con pensieri più complessi facendo riferimento alla genetica o ad esperienze condivise dove in alcuni casi aveva constatato che qualcun altro la pensava come lei.

Il problema di fondo dell'egocentrismo è che la persona non comprende la realtà, il fatto che alcune emozioni di base possano essere comuni o che qualche persona la pensi come noi non è sufficiente a dimostrare e poter arbitrariamente dedurre che alcune cose che si pensano o si provano siano anche degli altri.

L'egocentrismo non va confuso con la rigidità mentale e con l'inflessibilità,  il rigido ha una visione morale di valore che ritiene unica e chiunque la pensi diversamente da lui è sbagliato, nel rigido la persona non si interroga su cosa pensa l'altro ma pensa semplicemente che chiunque la pensi diversamente da sé è in errore, che qualcosa è giusto e sbagliato per tutti trovando difficoltò a capire che invece qualcosa che è sbagliato per lei possa essere giusta e funzionare per un altro.

L'inflessibile invece è colui che non si mette in discussione, che non è disposto a cambiare visione, questo vuol dire ad esempio che una persona rigida ma flessibile potrebbe inizialmente non capire ma dopo un ragionamento e una messa in discussione riconoscere e capire che a differenza di come pensava una cosa sbagliata per lei possa essere comunque approvabile nell'esistenza di un'altra persona.

L'egocentrismo per comodità si distingue in due parti:

- da una parte troviamo l'egocentrismo emotivo dove la persona in pratica altro non fa che dedurre cosa provi l'altra persona partendo da un modello costruito su di sé;

- dall'altra parte troviamo l'egocentrismo di pensiero dove la persona tenta di capire cosa sta pensando l'altro e a quali conclusioni sia arrivato. 

 

L'egocentrismo emotivo per l'AB si regge su due punti:

- la prima è quella di non capire la differenza fra emozione e sentimento, quanto conti la visione del soggetto su quelle che sono le emozioni di base e di come poi queste verranno provate;

- la seconda è non capire che le emozioni di base sono universali nel concetto di emozione ma non si manifestano allo stesso modo e con la stessa intensità perché è il condizionamento e l'esperienza di vita a stabilire quali saranno poi gli stimoli del soggetto.

Questo cosa significa? Che la persona rimane intrappolata in concetti come "questa cosa non piace a me quindi non piacerà nemmeno agli altri" oppure "io provo queste emozioni e questi sentimenti quindi lo provano anche gli altri" ma le cose non stanno così, anche ammettendo che esista una pulsione repulsiva questa viene attivata da stimoli differenti in ambito esistenziale in base al condizionamento e poi il sentimento che la persona proverà sarà strettamente collegato a come vede la realtà e questo non è prevedibile dall'esterno.

Per una persona quindi una stessa emozione potrebbe essere amplificata o annullata dalla mente del soggetto a seconda di come la vede e la percepisce e per un esterno non c'è modo di prevederlo o immedesimarsi in questa situazione se non appunto facendosi spiegare dall'altro cosa sta provando e perché.

Un interessante esperimento sessuale a tal proposito è stato fatto sulle secrezioni vaginali femminili dimostrando come l'uomo percepisca un sapore amaro se assapora la secrezione fuori dal contesto sessuale vedendola come una semplice sostanza mentre la trova piacevole nel contesto sessuale dove la sta giudicando con un altro mix di pensiero, di associazioni mentali e un'altra mentalità che la portano a vedere come una cosa positiva e non negativa.

L'egocentrico non riesce a capire il concetto di gusto altrui proprio perché non riesce ad uscire dalla prigione dei suoi sentimenti e delle sue emozioni, non riesce a capire come gli altri possano provare cose diverse da lui con stimoli differenti dai propri quindi l'egocentrico non può fare a meno di pensare sotto forma di canone mentre una persona non egocentrica sa come invece l'essere umano funzioni nel suo relativismo per gusti, gusti che possono essere studiati statisticamente per vedere se qualcuno è più diffuso e ricorrente di un altro e nulla di più.

L'egocentrico si concentra su quelle emozioni universali di base affermando che "tutti provano disgusto quindi una cosa non piacerà a nessuno perché siamo programmati così" prendendo esempi estremi per giustificare e rafforzare il proprio delirio non capendo che l'esistenza si concentra prevalentemente intorno a casi che non hanno nulla che fare con gli estremi usati come dimostrazione dando luogo al gusto soggetto. L'esempio delle secrezioni vaginali è lampante nel dimostrare come un sapore amorognolo e tanto caro alle emozioni universale di base dell'egocentrico venga percepito come buono a causa del condizionamento e del sentimento sessuale positivo esperito dall'uomo nell'ambito sessuale.

 

L'egocentrismo emotivo cessa di esistere nel momento in cui la persona diviene conscia della differenza fra emozione e sentimento e si rende conto di come non solo i sentimenti siano relativi ma le stesse emozioni lo diventano a causa del condizionamento unico che la persona ha avuto nella sua esistenza, abbandonando quei casi estremi e fallaci che può aver sviluppato per giustificare una visione distorta e capendo che per capire cosa prova l'altro è necessario conoscerlo per entrare nei suoi gusti e nella sua visione emotiva unica.

L'egocentrismo del pensiero è invece diverso, una volta che si capisce come si possa dedurre in modo differente e che le credenze di base sono diverse si arriva a capire immediatamente che ogni soggetto ha la sua percezione degli eventi e solo chiedendola la si può conoscere.

Uno psicologo del passato descrisse questo fenomeno come "La credenza che la realtà che ognuno vede sia l'unica realtà possibile è la più pericolosa di tutte le illusioni", dove asseriva che nel momento in cui la persona crede che quella che vede essere la realtà sia anche l'esatta realtà che vedono e sentono tutti si finirà per scivolare in problematiche esistenziali non indifferenti.

 

 

Uno degli indicatori migliori di egocentrismo è l'uso del termine futile, dove la persona giudica qualcuno su cosa fa o come lo fa non basandosi sugli obbiettivi di questa persona o su quello in cui crede ma su quello che è la sua realtà dandogli quindi del futile perché secondo quel punto di vista "sta sbagliando" o "sta perdendo tempo" proprio perché non riesce ad entrare nel punto di vista dell'altro. Ma anche giudizi morali e di valore nell'esistenza degli altri lasciano intendere una visione egocentrica, proprio perché la persona giudica la vita degli altri rimanendo nei suoi panni e non mettendosi nei panni degli altri.

 

Seguirà ora un elenco di disambiguazione per fare chiarezza:

- individualista, rendersi conto che ogni persona è un individuo e che nei rapporti c'è costantemente una logica di scambio e interesse;
- egoista, il soggetto pensa solo a stesso ai suoi desideri e non considera quelli degli altri, solo se l'altro espressamente chiede qualcosa potrebbe pensarci;
- egoicità, detto anche fallacia egoica, il soggetto tende a dedurre che ciò che viene detto all'esterno sia riferito a sé;
- egotismo, la persona parla di sé per motivi differenti che vanno analizzati, l'egotismo è contraddistinto dall'uso del termine io che appare frequente;
 
 
 
 
L'egocentrico che universalizza il proprio punto di vista avrò difficoltà nel capire e anche solo accettare quando capiterà di ascoltare punti di vista differenti, ritenuti per comodità rari.
 
 
 
 
 
il relativismo delle categorie, se una persona usa la parola giusto lo sta usando in un modo personale così come altre persone ha - - ------ categorie e metodi di giudizio differenti, come chiamare una persona che pensa che quella parola e quel giudizio verrà fatto allo stesso modo da ogni persona?
- sviluppare categorie non sufficientementi complesse ma anche come numero per capire la realtà, ad esempio usare giusto e sbagliato, oppure persona stupida intelligente
 
 
 
 
FINO A QUI
 
 
La differenza fra persona egocentrica e assolutistica consiste nella percezione, cioè l'egocentrismo definisce il punto di vista di una persona mentre l'assolutismo la credenza sul cosa vada fatto. Una persona egocentrica di fronte ad esempio ad un quadro o ad una situazione vede, pensa e prova delle cose e crede che ogni altra persona avrà la sua stessa percezione non capendo che in realtà ogni persona ha le sue credenze, ha i suoi modi di dedurre, l'assolutismo invece descrive il fenomeno delle credenze, del giusto, delle regole, quindi una persona assolutista ad esempio che ha la credenza "tutte le persone devono lavorare" penserà che questa cosa sia assoluta e chiunque non la segua sia necessariamente facendo qualcosa di sbagliato in modo assoluto.

 

Uno dei risvolti più pratici e comuni dell'egocentrismo o in termine tecnico della fallacia egocentrica sono quegli episodi in cui una persona di fronte a ciò che non gli piace afferma frasi come "ma che le fate a fare queste schifezze, non le fate più" a dimostrazione che non ci arriva a pensare che ad altre persone piacciano, non piace a lui quindi non piace a nessuno e va tolto secondo la percezione distorta degli eventi che ha questo soggetto.
 
 
 
Le persone egocentriche cadono sistematicamente in errore quando parlano di altre persone perché erroneamente usano il loro punto di vista per spiegare le scelte o azioni altrui o lo usano per fare simulazioni come se sostituissero l'altra persona con quello che farebbero e loro e deducono per scontato "siccome è quello che farei è una cosa che faranno tutti".
 
Una persona egocentrica è ignorante riguardo al concetto di percezione, non si rende conto di come questa funzione e che ogni soggetto ha delle credenze di base e dei modi di dedurre (oltre che delle sensibilità uniche) relativi e quindi ogni persona vede e pensa in modo differenti di fronte allo stesso scenario producendo un punto di vista unico e differente, per questo essere egocentrici porta quasi sempre in errore almeno che non si prenda il caso di una persona che ha un modo di pensare e vedere le cose simile.
 
Non conviene parlare di persona egocentrica quanto più di frequenza di fallacia egocentrica, cioè tenere a mente che essendo questo un errore di deduzione può accadere che una stessa persona a volte lo compie e a volte no e a fare la differenza è la frequenza di questa fallacia.

 

Si smette di essere egocentrici nel momento in cui il soggetto diviene consapevole del fatto di avere un punto di vista e un'emotività unica e che l'unico modo per capire la condotta o i sentimenti di un'altra persona è domandare e conoscere, smettendo quindi di fare deduzioni e simulazioni egocentriche.

 

 

 

 

Gli psichiatri hanno definito egocentrica una fase dello sviluppo, l'AB sposta questo significato nell'attaccamento.

 

"Allenarsi a comprendere che il proprio punto di vista è opinabile a prescindere ed è sempre e comunque possibile che sia errato: è il primo passo. Successivamente bisogna sviluppare la capacità di osservazione che ci permette di capire i filtri sulla realtà degli altri, metterli a confronto con il nostro. In questo modo si arriva a ragion veduta alla consapevolezza che certe nostre percezioni sono alterate, se non addirittura sbagliate. Questa consapevolezza aiuta poi nel momento in cui sta per ripetersi "l'episodio"; aiuta a capire che forse tutte le azioni che stiamo per commettere hanno basi incerte, se non addirittura esistenti.

Ci vuole autocritica e maturazione mentale. Fino a che si resta infantili questo processo è impossibile.

Nel raggiungere questo genere di capacità aiuta molto viaggiare, conoscere persone più grandi e più piccole. Bisogna rispettare tutto e tutti, cercando di imparare ad osservare e ad ascoltare.
Il rispetto per l'altro prima di tutto, diversamente non ritenendo attendibile la fonte: non s'impara nulla.

Mettersi in discussione, uscire dal proprio cerchio ristretto di dogmi e comodità."

 

Uscire dall'egocentrismo e provare invidia

Alcune persone una volta che si rendono conto che ciò che pensano o ciò che provano non è universale e uguale per tutti potrebbero iniziare a provare invidia per quelle persone che vedono meglio di loro, ad esempio meno ansiose, più motivate, etc.. specialmente perché faticano a capire come questo sia possibile, faticano a capire come possono cambiare loro stessi e perché gli altri siano diversi, l'unica cosa che arrivano a capire è che ogni persona ha le sue emozioni, il suo modo di vedere etc.. e il loro "non funziona" provando invidia per chi invece è più funzionale a livello esistenziale di loro.

 

 

ultima modifica il: 18-01-2019 - 10:58:34
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