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Cos'è un valore?

 

Si definisce valore qualsiasi elemento abbia un impatto positivo e migliorativo per il soggetto e che sia lui stesso conscio di tale effetto.

Il valore è tutto ciò che per un soggetto può portare a qualcosa di positivo, misurabile con le emozioni che il soggetto prova.

I valori per comodità possono essere distinti in due grandi gruppi:

- valori di essenza, ciò che il soggetto desidera essere, divenire, dando così un valore al ciò che può essere;

- valori di possesso, ciò che riguarda tutto ciò che il soggetto può materialmente possedere, quindi dando così un valore alle case, alle macchine o qualsiasi altro tipo di oggetto che per il soggetto ha valore.

Uno degli errori che si fanno spesso riguardo al valore è di ritenerli assoluti, ma in realtà i valori al massimo possono essere oggetti.

Ad esempio nella cultura italiana un valore oggettivo (cioè ritenuto valore dalla maggioranza) è il possesso di una casa.

Oppure un valore di essenza oggettivo può essere quello di divetare un soggetto lavoratore.

Ma questo non vuol dire niente, né che quel valore sia giusto, né che rimarrà per sempre oggettivo, è solo la misurazione di un valore nella sua diffusione in una cultura.

Questo errore porta diverse persone a commettere gravi errori esistenziali del tipo "tutti fanno così, allora deve valere anche per me, si vive così".

Ma non può esserci cosa più sbagliata, ogni soggetto è tenuto a scoprire i propri valori, poi che siano condivisi dalla società o meno è solo una considerazione, ma ciò che conta è scoprire ciò che realmente ha valore con un percorso di individuazione.

Questo termine nel linguaggio comune ha assunto un significato differente, le persone definiscono valore una sorta di credenza assolutistica o generale che usano come mezzo per stabilire cosa è bene o cosa è male, una sorta di sostituto alla sinderesi.

Facciamo un esempio, secondo la definizione di questo sito è ad esempio un valore per Marco fare una passeggiata, Marco adora fare passeggiate, quindi per lui le passeggiate valgono, gli danno piacere, come è utile questa informazione? Marco sceglierà partner che come lu adorano passeggiare oppure sceglierà un lavoro che gli garantisca sufficiente tempo libero per fare delle passeggiate.

Il concetto è semplice, chiaro e lineare.

Per la definizione comune invece un valore potrebbe essere ad esempio "fare una famiglia" dove il soggetto in generale crede, per educazione ricevuta o per conclusioni a cui è arrivato, che in generale si debba puntare la vita in una data direzione ma senza che si capisca bene il perché, con il rischio che poi quella visione venga usata a priori e non caso per caso.

Una persona che come valore sviluppa "non si tratta male nessuno" per assurdo si ritroverà svantaggiata quando qualcuno la aggredirà e lei in qualche modo non riuscirà a reagire per que

Dov è il problema di questa definizione di valore? Troppo generica e aspecifica, un fenomeno che fa più danni non che altro, perché vivere al meglio vuol dire scegliere e valutare volta per volta, darsi degli ordini da usare per tutta la vita non potrà avere lo stesso livello di efficacia di chi invece analizza e sceglie volta per volta il meglio per sé.

Per evitare confusione d'ora in poi chiameremo valore tutto ciò che per la persona vale, cioè gli dà piacere e imposizioni morali tutte quelle credenze che il soggetto sviluppa e che gli influenzano la vita per il solo fatto che ci continua a credere.

Perché queste imposizioni morali esistono? La risposta la troviamo nell'educazione ricevuta e nelf atto che in soggetto con scarsa capacità sinderetica possono essere utili.

In questo articolo non si intende trattare le imposizioni morali, ma solo chiarire la differenza di significato, per evitare che un lettore si confonda e continui a dare un significato al concetto di valore che in questo sito non ha.

Torniamo ora all'approfondimento del concetto di valore.

Mentre è molto facile riconoscere i propri valori è difficile capire i valori altrui, sopratutto chiedersi se qualcosa che si possiede possa piacere agli altri.

In generale qualcosa vale perché in qualche modo l'interazione è in grado di far accedere a qualcosa di positivo, che produce benessere e gratificazione.

Quando mangiamo un buon cibo, abbiamo la presenza di una persona che ci fa divertire, visitiamo un posto che ci piace, ci accarezzano, tutte queste esperienze accadono perché c'è un qualcosa esterno, quel qualcosa esterno è il valore, che è soggettivo, ogni persona ha i propri.

Il valore è di due tipi, intrinseco o estrinseco.

Si parla di valore estrinseco quando è un mezzo, il suo valore non è immediato, vale non per ciò che è ma per ciò che ci può dare. L'esempio lampante è quello del denaro, se lo si riflette è solo un pezzo di carta o un numero nel conto in banca ma è un valore perché grazie ad esso il soggetto può fare ciò che gli produrrà piacere. Un altro valore estrinseco potrebbe essere quello di comprare un vestito, il vestito ha valore in modo indiretto, in realtà quello che dà reale piacere al soggetto sono i giudizi positivi degli altri o la percezione, anche illusoria, di essere più attraente.

Si parla invece di valore intrinseco quando la sola esposizione è fonte diretta del piacere, quando quello che si ha o si vede in quel momento è ciò che produce il piacere e la gratificazione.

Il valore è strettamente collegato con il concetto di motivazione, nel momento in cui si percepisce un valore si ha la motivazione a perseguirlo, a raggiungerlo a rimanerci insieme.

Qui nasce il concetto di obiettivo, ci poniamo obiettivi per raggiungere qualcosa che ci dà piacere, che è un valore, non è l'unica fonte di obiettivi ma gran parte degli obiettivi che un soggetto si pone è perché c'è un valore alla fine di quel percorso. 

Il concetto di valore non è utile solo per descrivere ciò che gratifica il soggetto ma anche ciò che gratifica gli altri, capirne i gusti, la motivazione e sopratutto capire che nei rapporti gli altri ci desidereranno se in qualche modo noi possiamo essere un valore per loro.

Si parla di giudizio di valore per definire il momento in cui una persona esprime fra sé o ad altri se qualcosa le piace o meno.

Si parla di apprezzare quando la persona giudica di valore positivo, disprezzare quando giudica di valore negativo, solitamente questi due giudizi sono accompagnati da comportamenti e atteggiamenti evidenti.

Uno degli errori più frequenti nel concetto di valore è di vederlo come qualcosa di statico, ma non è così, sia perché i gusti del soggetto variano, sia perché le cose stesse variano e potrebbero modificarsi, diventando di valore o perderlo.

I valori sono ciò a cui puntiamo, che siano essi immediato o lontani, intrinsechi o estrinsechi ed è per questo che esiste la motivazione da desiderio (anche se la motivazione c'è anche negativa data dal bisogno) che ci porta a produrre obiettivi, cioè cercare di avvicinarci a tutti questi valori.

I valori esistono perché il soggetto tramite esperienze più o meno casuali ha scoperto che esistono questi elementi esterni in grado di dargli queste emozioni positive, quindi non va dato per scontato che una persona conosca dalla nascita i propri valori, ma li scoprirà solo vivendo e facendo quante più esperienze possibili.

 

Valore e imbonire

Quando vogliamo attrarre qualcuno è necessario che questo percepisca in noi un valore, questo per avvenire a volte è necessario inbonire l'altro, cioè fare in modo che in qualche modo si accorga che valiamo, non possiamo sperare o pretendere che tale fenomeno avvenga da sé.

Alcuni valori sono facilmente scoprobili dall'esterno, pensiamo al piacere estetico, ma se ad esempio abbiamo un valore come personalità solo con un lavoro attivo possiamo farla arrivare agli altri.

 

Si definisce vagliare è la fase in cui si cerca il maggior valore fra diverse opzioni, il soggetto ad esempio vaglia quale fra le mete turistiche che ha a disposizione da visitare siano per lui le più piacevoli, quelle con più valore, che gli darebbero l'esperienza migliore.

 

 

 

FINO A QUI

una persona potrebbe rinchiudersi nel realismo pessimista, vedendo tutto il valore che non ha senza fare errori, ma dimenticando una cosa fondamentale ovvero che può sviluppare valore, il realismo pessimista è distruttivo, conviene sviluppare un realismo ottimista, vedere la realtà non come qualcosa di immutabile

creare valore, dimostrare valore

apprezzare, insulso, disprezza. Insulso è il termine che descrive in modo chiaro quando una persona dopo aver "assaggiato" qualcosa, cioè averla valutata per qualche motivo, conclude che l'interesse è nullo. viene usato erroneamente come sinonimo di disprezzo

il problema in cui alcune persone non si rendono conto del valore di qualcosa che hanno fino a quando non lo perdono. Qusto fenomeno viene confuso però con il fatto di perdere qualcosa di cui si ha bisogno o collegato al dovere, quello è comunque un valore?

aggiungere collegamento con futile per intendere qualcosa che non ha valore senza che vi sia disprezzo. Apprezzo ciò che è di valore, disprezzo ciò che è l'antivalore, è futile ciò che mi è indifferente

crescere senza accorgersene, le persone seguendo le loro inclinazioni e piaceri hanno investito con costanza, fatto esperienza e senza che l'abbiano compreso o progettato comunque hanno sviluppato un valore, un adattamento spendibile sia come lavoro ma anche come interesse personale. Per un numero significativo di persone è questo quello che accade, ritrovandosi con un valore per l'esterno senza che fosse quello l'obbiettivo primario, loro stavano solo inseguendo qualcosa)

il contrario del valore? Antivalore?

collegamento con qualità

non rendersi conto che ciò che ha un valore per sé non necessariamente lo ha per altri, il professore che porta un testo che gli piace pensando che piace anche ad altri, quando il suo compito è proprio quello di farlo piacere, compito principale del divulgatore

aggiungere collegamento con detrattore)

Si definisce valore qualsiasi giudizio positivo venga espresso in funzione di ciò che piace producendo interesse nel soggetto e relativa motivazione per avere e andare dal valore percepito. Detto in altre parole qualsiasi cosa produca emozioni positive è un valore per il soggetto.

Da un punto di vista inverso una persona sa che non solo negli altri può scorgere un valore che lo attrarrà ma che viceversa le persone possono scorgere un valore in lei e quindi esserne attratte e interessarsi a lei.

Specialmente in quest'ultimo passaggio c'è l'utilità del concetto di valore, cioè ci si rende conto che gli altri verranno e staranno con noi solo per interesse, concetto fondamentale per comprendere le dinamiche sociali, le interazioni di gruppo e come poter raggiungere obbiettivi sociali.

Qui le persone tendono a dare un'accezione negativa al concetto di interesse, vedendolo sempre e comunque come "l'altro che ci sfrutta e ci usa" ma non è così, pensiamo ad un rapporto dove si ha un'affinità in comune, non c'è un "chi sfrutta chi" ma solo due persone interessate a condividere un'attività piacevole in comune.

La prima cosa che si comprende nel concetto di valore è che questo non è assoluto ma relativo, cioè una stessa cosa può avere valore e in seconda parte nel porre l'accento sul lato emotivo, cioè il valore esiste perché qualcosa piace al soggetto, gli suscita emozioni positive.

Da qui si comprende la frase "ne vale la pena", cioè la persona più trova valore in qualcosa più sarà disposto a spendere e in alcuni casi anche soffrire per averla.

Da concetto di valore nascono tre possibili giudizi:

- apprezzo, la persona usa questo termine per indicare che c'è un valore, qualcosa che piace da qui i cosidetti "apprezzamenti";

- insulso, ovver nessun valore, il termine che descrive in modo chiaro quando una persona dopo aver "assaggiato" qualcosa, cioè averla valutata per qualche motivo, conclude che l'interesse è nullo. Raramente le persone giudicano insulso qualcosa perché se non piace non interessa ed è come se non esistesse, le persone sono indifferenti a ciò che non gli trasmette nulla ma quando per qualche motivo comunque si prova questa cosa ecco che la persona usa il termine insulso per indicare proprio che non trasmette nulla;

- disprezzo, questo termine indica l'insorgenza di emozioni negative, viene usato per sottolineare il sentimento di ripulsione che qualcosa suscita.

 

Sono tre i problemi principali nel valore:

- il primo è l'egocentrismo e l'autoimmagine statica/distorta, il soggetto crede di sapere quanto vale per l'esterno e finisce per acquisire perfino condotte evitanti se pensa di non aver valore o che verrà perfino disprezzato.

- il secondo è simile al precedente ma invece di basarsi su un viaggio mentale si basa su deduzioni errate a partire da feedback ricevuti, dove a partire da un singolo caso di rifiuto e al giudizio di insulso/disprezzo, deduce erroneamente che così sarà anche per altri;

- il terzo è che la persona non si rende conto che il valore è qualcosa che può sviluppare e su cui investire, questo potrebbe portare al paradosso in cui il soggetto una volta che riceve feedback riguardo ad uno scarso valore che gli impedisce di raggiungere un suo obbiettivo invece di darsi da fare per sviluppare il valore che gli serve si deprime perché entra in una dinamica di incapacità e inadeguatezza, come se le cose fossero destinate ad essere per sempre così.

 

La sofferenza istrietica quando si viene rifiutati a causa della sensibilità al giudizio, proprio perché la persona essendo conscia che difficilmente piacerà a tutti non riesce ad accettare questo fatto.

 

Si parla di valorizzazione per indicare il fenomeno del mettere in risalto qualcosa che si pensa o si è dimostrato avere un valore, l'azienda valorizza un prodotto, una donna valorizza le sue curve o il suo volto. La valorizzazione arriva laddove si parla di evidenziare e non c'è in alcun modo un'alterazione, quindi una donna che si mette un vestito più aderente valorizza le sue curve una donna che mette un push up non sta valorizzando, sta alterando le sue forme.

 

Si parla di svalorizzazione di sé nel momento in cui una persona  non riesce a vedere o dare un valore a ciò che ha a causa della sua visione distorta a riguardo, questo perché invece di scoprire il valore di una cosa tramite i feedback dell'esterno usa le sue credenze a riguardo con errori egocentrici e con la propria visione distorta.

Non riesce a comprendere che il suo valore è determinato dalla legge di mercato, cioè più gli altri vogliono qualcosa da lei più vuol dire che c'è un valore, ma usa delle regolette distorte per dedurre il suo valore, usa una sua visione o conserva ancora condizionamenti del passato dove ad esempio un genitore gli ripeteva che "non valeva nulla e non avrebbe mai avuto valore".

 

 

Svalorizzazione e l'esempio del sacrificio

 

 

Quando ad una persona le si chiede "quali sono i tuoi valori" questa potrebbe rispondere erroneamente con la propria morale, cioè quello che secondo lei porterà il bene, cioè eventi positivi e piacere.

La differenza è sottile ma c'è, il giudizio di valore è qualcosa di immediato cioè si prova piacere per qualcosa e ci si interessa, giusto e sbagliato sono invece scelte per il futuro in base a quello che si pensa possa avere conseguenze positive o negative.

Una persona che trova piacevole guardare e giocare a pallone risponderà che per lei è un valore il pallone e ciò che ci è collegato.

Quando una persona dice "la famiglia è un valore" potrebbe in realtà parlare della morale, dove nella sua mente è giusto avere e coltivare una famiglia perché questo avrà conseguenze positive.

 

 

Se una persona sceglie qualcosa perché pensa che questo possa dargli cose positive non si tratta di una scelta di valore ma di una scelta morale, si tratta di scelta di valore solo se la persona sceglie sulla base dell'interesse presente. Valore e morale si potrebbero vedere come due giudizi temporalmente differenti, la morale come il valore che si da alle conseguenze di qualcosa.

 

 

 

 

Valore e antivalore
Il termine valore potrebbe essere tradotto come "ciò che ha valore" ma nella mente di una persona i valori vanno oltre questa visione in quanto non solo descrivono ciò che ha valore ma anche ciò che non lo ha. Per questo conviene parlare di scala di valori proprio ad indicare quanto un soggetto non solo sia in grado di giudicare secondo ciò che ha valore ma anche secondo quello che non ce l'ha (antivalore) e secondo quello che ritiene avere meno o più valore.

 

 

Non si possono trasmettere i valori ma solo la propria morale. Si legga autoimmagine per approfondire la questione del proprio valore agli occhi degli altri. 

 

 La difesa contro l'autoimmagine negativa, scegliere di non avere valore piuttosto che ammettere che anche al meglio di sé non si è abbastanza. La persona si autodistrugge così può nascondersi dietro al fatto che qualsiasi cosa c'era comunque è stata distrutta e non è più nel gioco dei giudizi, del rischio di piacere e non piacere, di fare sforzi invano.

La donna che ingrassa, il ragazzo che non studia, così che possano dire "sono io che l'ho scelto di non avere questo valore, però se lo desiderassi ce l'ho".

Questo fenomeno può manifestarsi da subito o dopo anche ingenti investimenti dove la persona si sta iniziando a rendere conto che dando il meglio di sé non ha tutto questo valore e quindi inizia ad autodistruggere il suo valore in modo tale sa salvarlo in quanto se avesse continuato avrebbe scoperto il suo reale valore in quanto la realtà avrebbe iniziato a dare feedback mettendosi in gioco.

La persona ha così modo di avere un duplice controllo:

- da una parte può dire "sono io che ho scelto di non valere, quindi i tuoi giudizi non mi fanno nulla";

- dall'altra non avendo più feedback può salvare le sue convinzioni e autoimmagine.

 

Non tutte le persone si autodistruggono, altre preferiscon ocoltivare il valore o quanto meno non distruggerlo e ricercano la strada dell'evitamento del giudizio.

 

Valore e valore surrogato

Quando una persona vede qualcosa che per lei ha valore ma che non può raggiungere o avere potrebbe accontentarsi e prendersi un valore surrogato,ogni surrogato è un caso a sé dove ad esempio in alcuni casi potrebbe essere comunque sufficiente per appagarsi e in altri no.

 

Valore fittizio

La persona deduce che qualcosa ha valore da simboli o altre sue credenze ma in realtà quel valore non c'è.

 

Valore e valutazione, sopravalutazione, sottovalutazione

 

"Per essere amato dalle persone che stimo e che mi piacciono devo essere e dimostrare sempre qualcosa.

Questa legge è impressa dentro di me e non riesco mai a liberarmene davvero.
E' una legge che non mi piace, sia chiaro, ma non riesco a credere che non sia così per me attualmente.

Non ho idea del come si possa modificare una cosa del genere perché se mi sforzo nell'esser diverso e vengo amato semplicemente la confermo. Questa non può essere la strada giusta.

Voi pensate a queste cose?
Si dice spesso "sii te stesso e verrai amato" però poi viene sempre aggiunto che "bisogna cambiare" a volte anche radicalmente...

Io dico che qualcosa non torna mai in questi discorsi che vengono fatti in continuazione, per questo in me non riescono mai ad attecchire in nessun modo.

Ti dicono a parole che ti amano e che verrai amato così come sei ma in pratica non lo fanno se non diventi tutt'altro.

Queste problematiche sono centrali in me e mi girano sempre per la testa e ho cercato di condividerle con voi.
Che ne pensate?
Anche qualcuno di voi prova e pensa cose del genere?"

Per comprendere questo discorso è necessario prima avere chiaro e distinguere il concetto di valore e di approvazione, un conto è rendersi interessanti un conto è cambiare per evitare disapprovazione e tensioni nonostante il valore. Se ci si rende conto che come si è non si ha alcun valore per gli altri e non si interessa nessuno a noi, un problema c'è e non considerarlo non lo risolve. La prima domanda da porsi è "gli altri si interessano a me ma poi mi lasciano per incompatibilità, oppure gli altri non si interessano minimamente?"

Il racconto parla del problema dellamancanza di interesse, che "magicamente" scompare nel momento in cui il soggetto si sforza di mostrare un valore che se potesse non svilupperebbe, lo fa solo per poter innescare un interesse agli altri.

Questo cosa vuol dire? Che il consiglio "si te stesso perché anche così piacerai a qualcuno" ha un limite, ovvero il fatto che per alcune persone fare così vuol dire non interessare nessuno o non interessare quel target di persone che interessano al soggetto.

 

Un racconto dal web:

"Io la butto molto sul rapporto col cibo/corpo..e quindi non posso fare cose perchè sono brutta, ho mangiato troppo, ho mal di stomaco, ecc ecc..
Poi se razionalizzo mi rendo contro che dietro tutto ciò c'è ben altro..
ma il mio cuscinetto adorato è il cibo/corpo!"

 

Facebook come indicatore di valore, quando gli altri ci aggiungono come amici o ci seguono

Una delle cose che più si può osservare nelle dinamiche sociali è che essere contatto online è più immediato e facile e che questo accade solo se si dimostra il proprio valore, quindi si spazia dalla bellezza con le proprie immagini alle proprie abilità, realizzando video, tutorial, etc..

Una persona che non ha valore o non dimostra il proprio valore non riceverà alcun contatto, considerando anche il fatto che le persone esperiscono un conflitto nell'aggiungere e quindi va considerato che in alcuni casi si potrebbe avere un valore, vederlo riconosciuto ma non essere abbastanza da vincere il conflitto nel soggetto interessato.

ultima modifica il: 27-12-2020 - 18:29:05
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