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Cos'è la mindfulness

 

Nel linguaggio comune il termine mindfulness (con una sola elle) è stato recentemente introdotto anche in lingua italiana. Il termine è di origine americana che è a sua volta la traduzione della parola "sati", termine usato per raccogliere gli insegnamenti di Buddha.  

Ma esattamente cosa vuol dire mindfulness? Non consapevolezza come è stato erroneamente tradotto nella lingua italiana, la traduzione letterale è "pienezza della mente" ma il significato qual è?

Qui si giunge al primo ostacolo, non vi è una definizione univoca e chiara di quello che questo concetto dovrebbe rappresentare o fare.

Una risposta però è possibile ricavarla e si scopre che la mindfulness ha un chiaro significato, quello di interrompere il flusso automatico della mente.

Chiunque abbia studiato, anche superficialmente di terapia e cognizione, avrà letto che gran parte dei disturbi, problemi ed errori che l'essere umano fa è perché fa di fretta con il cervello, cioè salta subito a conclusione, rimane schiacciato dal suo stesso chiacchiericcio mentale e non riesce minimamente a guardarlo con occhio critico, a mettersi in discussione a frenare un attimo.

Ecco cos'è la mindfulness, uno strumento, un modo di fare, un'abitudine che aiuta il soggetto a smettere di vivere e vedere le cose in questo modo ma imparare e fermarsi un attimo e dire "aspetta, cosa sto pensando? Sono sicura che questo mio pensiero sia reale? Che questo mio punto di vista sia esatto? Forse è il caso di procedere con maggiore calma".

Da questo punto di vista la mindfulness è uno strumento fondamentale per non dire necessario per poter vivere ad un livello qualitativo superiore, uno strumento che letteralmente migliora drasticamente l'intelligenza del soggetto impedendogli di cadere in numerosi errori dettati dalla fretta, dall'assenza di metodo critico nei propri confronti.

La mindfulness ha però preso una deriva negativa, alcune scuole di pensiero l'hanno definita come l'assenza di pensiero, la concentrazione sul presente per "sospendere il pensiero".

Il presente è fondamentale ma solo se il soggetto riesce a interrogarsi su quel flusso di pensiero che fino ad allora era automatico, rapido e probabilmente distorto.

Quando si parla di presente nella mindfulness ciò che si vuole indicare è "fermati un secondo, ragiona meglio, rifletti meglio, guarda a ciò che pensi, guarda a come concludi, forse hai fatto degli errori, forse devi interrogarti meglio su alcune cose, forse la realtà che hai di fronte ora è meglio che la guardi con più attenzione".

La mindfulness diventa all'atto pratico promotrice di due grandi aspetti della crescita del soggetto:

- acquisizione del metodo scientifico, da queste interrogazione che il soggetto nascerà una cosa sola, la ricerca di dimostrazioni, tutto ciò che prima si poteva dare facilmente per scontato e vero in pensieri automatici e rapidi non è più possibile spingendo il soggetto ad essere più scettico verso tutto, anche se stesso e spindengolo quanto meno ad andare alla ricerca di dimostrazioni (potrebbe però mancare la falsificazione che richiede una formazione necessaria dall'esterno);

- analisi della realtà, la calma porta il soggetto a guardare meglio le cose, in modo più approfondito evitando la superficialità dettata dalla fretta.

 

In questo sito la mindfulness non viene minimamente accostata al concetto di meditazione come si può leggere altrove, in quanto nlla meditazione si mette da parte la propria coscienza, la propria vita come persona, ciò che si è, quello che piace, quello che si crede del mondo, per guardare la realtà come la si guarderebbe nel momento in cui si è appena nati, senza conoscere nulla di essa e senza usare il pensiero per catalogarla, la famosa "mente bambino".

La mindfulness al contrario diventa un modo per migliorare il pensiero, si applica la calma del presente a quel modo disfunzionale di pensare come se fosse un flusso rapido, frettoloso e subconscio.

Il soggetto acquisisce una presa di coscienza dei propri pensieri, li porta nel presente, si ascolta ed entra ad un livello definito di metacognizione, fondamentale per pensare in modo migliore.

 

 

In questo sito viene scartata tutta la deriva dell'accostare la mindfulness alla meditazione, fra i quali anche l'illusione che le cose si possano accettare meditando.  

Come si coltiva la mindfulness? Ci sono diversi modi per farlo, ma tutti hanno l'obiettivo di spingere il soggetto a rimanere cosciente sui suoi pensieri, imparando ad acquisire questa abitudine.

Si legga intelligenza, scienza ed euristica per approfondire gli strumenti che poi serviranno una volta che si è presente nel proprio pensiero per migliorarlo.

 

DA RIVEDERE 

Prima di analizzare questi punti è necessario ripassare quattro concetti:

- giudizio, analogamente al punto precedente il soggetto nella sua percezione unica finisce per giudicare la realtà nel suo modo, con le sue categorie, con la sua visione delle cose. Il giudizio è un elemento continuo e imprescindibile dell'essere umano come mezzo per capire le cose, per averle chiare in mente è cioè il mezzo principale usato per rappresentare la realtà esterna nella propria mente e capirla. Il giudizio contribuisce alla rappresentazione descritta nel punto precedente e ci fa capire che ogni cosa che vediamo è dotata di significato proprio perché la cataloghiamo continuamente, non è la realtà ma è la "nostra realtà" in quanto giudicata;

- percezione soggettiva della realtà, ogni persona ha le sue credenze, i suoi modi di dedurre e questo lo porta ad avere una visione unica della realtà, cioè a come il soggetto si rappresenterà gli eventi, quale significato dà loro;

- previsione, guardare al futuro pensando cosa succederà;

- risentimento, il soggetto soffre per cose che non accetta.

 

Iniziamo dall'analisi del "non giudizio", qui ci si rende conto dei primi ingann

 

DA RIVEDERE

 

 

Questi quattro punti ci fanno capire chiaramente cosa sia l'umanità, una serie infinita di punti di vista differenti ognuno con la sua visione, le sue aspettative e il suo modo di vedere la realtà ma non tutti ci arrivano a questo che viene definito "punto di Sonder".

Il primo passo della mindfulness è proprio questo raggiungere il punto di Sonder. Questo è il primo passo per arrivare al punto di sonder ovvero capire che la persona è un punto di vista, è un unico ma che le altre per quanto possano essere simili o diverse da noi hanno una esistenza vivida come la nostra, con un punto di vista, aspettative e attese diverse dalle nostre e anche la loro è una delle tante possibili vite possibili senza che anche queste vengano giudicate come giuste o sbagliate o che il proprio soggetto universalizzi il suo punto di vista.

Il secondo passo della mindfulness corrisponde all'entrata in una dimensione non giudicante ed uscire dal proprio punto di vista. Complice il punto di Sonder, è più facile rimettersi in discussione, sapere che il proprio punto di vista non è universale ma soggettivo e da qui metterlo da parte per poter riniziare da zero, come se si fosse bambini nei primi tentativi di rappresentarsi il mondo.

Di solito la mindfulness viene portata avanti da persone che dal nulla ripetono frasi come "non giudicare" o "non vedere la realtà come l'hai vista sempre" o ancora "non costruire aspettative" frasi che non hanno alcun significato se non si danno le basi che l'AB invece in questo articolo ha proposto.

Ecco perché l'AB ha parlato di concetti chiave che vanno capiti prima di poter anche solo poter parlare o iniziare un percorso del genere, perché altrimenti non c'è modo che la persona camprenda il punto di questo esercizio o anche solo capisca cosa le si sta chiedendo.

Quello che va fatto con questo esercizio è smettere di categorizzare quindi usare il proprio giusto e sbagliato o qualsiasi altra categoria il soggetto abbia sviluppato nel corso della sua esistenza, smettere di usare le proprie regole, smettere di avere aspettative e smettere di usare le proprie credenze o qualsiasi contenuto mentale il soggetto usi per spiegarsi ciò che vede oltre che categorizzarlo.

Quello che si chiede nella prima fase della mindfulness è di ritornare ad essere un bambino, guardare alla realtà per quella che è senza che ci sia il proprio io a darne un senso e "volere qualcosa" da questa realtà o volerla cambiare, fermare il proprio "io interiore" con le sue parole, i suoi concetti, le sue categorizzazione e limitarsi a guardare come se si tentasse di costruire un nuovo io da capo.

 

Cosa genera tutto questo nella mente del soggetto? Due effetti terapeutici:

- il primo è immediato, il soggetto è come se in parte si svincolasse da tutto quello che è stato sempre visto come universale, rigido, immodificabile, vero o giusto ed è più propenso a mettersi in discussione o anche solo accettare le cose più facilmente. Lo stesso ricordarsi del punto di sonder diviene una strategia cognitiva di distrazione, come se la persona si ricordasse del suo punto di vista e si rimettesse a vedere le cose da un punto di vista più ampio ottenendo una sorta di effetto distrazione momentaneo che non risolve il problema ma attenua sintomi e conseguenze. Ogni sentimento è collegato al proprio modo di vedere le cose, riuscirsi a svincolare anche solo parzialmente da questo punto di vista produce un immediato sollievo;

- il secondo più duraturo e anche che richiede maggiori investimenti è quello di iniziare una ristrutturazione interna e un cambiamento teso a migliorarsi, la persona proprio perché si rende conto che il suo è uno dei tanti e possibili modi di giudicare, vedere la realtà, aspettarsi allora dice "perché non cambiarsi e migliorarsi?" in modo da poter risolvere ciò che alla base dei propri problemi ovvero la propria personalità. Cambiare il proprio io interiore, mettersi in discussione per maturare un nuovo e più funzionale modo di esperire il mondo.

 

La mindfulness specialmente nel secondo punto terapeutico rispecchia in toto la missione dell'AB o di qualsiasi altro percorso psicologico che miri a cambiare e migliorare la persona nella sua personalità, il primo punto invece è una strategia di coping che può avere il suo ruolo strategico ma nulla di più.

 

Qui si arriva a quello che si potrebbe decretare il fallimento della mindfulness che è stata presa per l'effetto strategico da una serie di "professionisti" che l'hanno di fatto stuprata per vendere un palliativo momentaneo basato sull'accettazione.

Questo business è divenuto tale che la mindfulness stessa nell'immaginario collettivo di chi si è interessato al fenomeno è divenuta un'associazione stessa all'accettare le cose, un'elogio all'accettazione e alla tolleranza che diventa sterile.

Qualsiasi "regola fissa e preconfezionata" è sterile in confronto ad una realtà articolata che è quella in cui viviamo, la mindfulness è collegata all'accettazione in quanto una persona tramite questo persorso arriva a cambiare se stessa e sviluppa un nuovo io interiore in grado di accettare quello che prima era inaccettabile, parlare di scelta di accettazione altro non è che il delirio o la truffa di persone che non hanno compreso nulla della personalità umana.

Parlando in termine di efficacia e di utilità non si può negare che comunque ci sia un fondo di validità ma si è comunque andato ad ignorare il mondo che c'è dietro e sopratutto il potenziale terapeutico e la consapevolezza che manca alle persone riguardo al punto di sonder.

Il problema è che puntare ai soli esercizi senza spiegazione produce il rischio che l'altra persona si ritrovi a sentirsi dire cose che non hanno alcun significato per lei, sentirsi ripetere "non giudicare" di continuo e associarlo al "dire un giudizio negativo a qualcuno" proprio perché la persona non ha preso coscienza di come cataloghi continuamente la realtà intorno a sé.

 

Per fare un esempio pratico pensate a quante cose non accettate, quante vi creano disagio, quanto reputate giuste e sbagliate, a quante cose apprezzate/disprezzate, quante cose approvate/disapprovate, quante cose guardate con un occhio continuo di "ora accadrà questo" o "ora accadrà quello", la mindfulness  propone in sintesi in un primo momento di fermare tutto questo e di farvi di mettere da parte i "vostri occhi verso la realtà" e da questa esperienza farvi rendere conto del relativismo e della possibilità di poter cambiare se stessi ma al tempo stesso capire anche il comportamento degli altri e la dinamica umana in generale.

 

Quando una persona parla di mindfulness e si concentra solo sulla questione dell'accetazione e degli esercizi vuol dire che abbiamo di fronte una persona che ha capito poco o nulla di cosa sia la meditazione, di cosa sia la mindfulness e di quale sia la psicologica che ci sia dietro.

 

 

Da qui si capisce perché nella mindfuless a livello professionale si parli continuamente e quasi senza alcuna motivazione logica di accettare, di non essere giudicanti, etc.. sono tentativi di far capire come funziona la mindfulness ma che difficilmente trovano riscontro buttati in questo modo.

Qual è il collegamento fra l'accettazione che queste persone asseriscono e mindfulness?  Nessuna, queste persone parlano di accettazione per intendere sopportazione o distrazione. Come già detto una persona che riesce ad arrivare al punto di sonder riuscirà a distrarsi più facilmente proprio perché capendo il suo relativismo e capendo il mondo intorno a sé potrà ogni volta che è in difficoltà farsi questo viaggio mentale e ricordarsi di come quello sia il suo punto di vista, viaggio che la distrarrà e la aiuterà a livello stoico e a livello di sopportazione ma la persona di fatto non accetta nulla, usa la meditazione per fuggire da sé stessa e le sue reazioni.

L'accettazione con la mindfulness avviene solo la via lunga e duratura cosa che non avviene con gli esercizi di meditazione ma da tutto il lavoro di ristrutturazione che può seguire al punto di sonder, ristrutturazione che si può fare da soli o con l'aiuto di un terapeuta.

In sintesi la mindfulness è uno dei modi possibili di arrivare a capire il punto di sonder, provarlo con la meditazione per la prima volta e poi da qui ci sono due strade o continuare ad usare questa meditazione come un metodo di coping per sopportare e distrarsi da una realtà scomoda o usare questa nuova consapevolezza per cambiare se stessi ed essere motivati a farlo.

 

In sintesi la mindfulness è efficace e uno strumento valido se si ricarda che è necessario che :

- per accettare qualcosa in modo definitivo diviene possibile solo quando la persona attua un cambiamento dentro di sé, l'effetto della mindfulness è solo temporaneoe si basa sulla distrazione per favori la sopportazione e la pazienza;

- non ogni cosa può essere accettata, o almeno non ogni cosa conviene accettata, il cambiamento che una persona inizia ristrutturandosi lo porterà a cambiare a 360° e non solo riguardo al problema dell'accettazione o meno di elementi esterni.

 

Quando la mindfulness va considerata come una truffa o semplicemente come una cosa da scartare? In tre casi:

- Quando qualcuno vi parla di mindfulness a livello di esercizio e allo stesso tempo tenta di farlo passare come il rimedio generale per ogni situazione, probabilmente avete di fronte una persona che o vi sta vendendo una truffa o a sua volta ci è cascato;

- quando qualcuno vi parla di accettazione come se fosse una scelta, facendo leva sulla dialettica e sulle "iniziezioni momentanee" di autostima o di frasi che fanno un lavaggio del cervello in stile PNL, cose che hanno un effetto provvisorio e non durano perché non vanno ad intaccare la personalità del soggetto, la persona di fatto non sta più parlando nemmeno di mindfulness anche se la sta chiamando così;

- quando non sono nemmeno in grado di farvi capire come funziona e il perché questo percorso potrebbe essere efficace. Anche se le intenzioni sono valide il soggetto comunque che ve le sta proponendo non è in grado di farvi capire cosa si farà e perché, cioè non è in grado di farvi arrivare al punto di sonder.

 

 

 

Si legga tolleranza ed accettazione per approfondire.

 

Esempio di cosa non sia la mindfulness

"Mi piacerebbe sapere il parere su uno stratagemma che ho provato ad adottare per cercare di ridurre al minimo la durata di un attacco di ansia.
Premetto che a me vengono a causa dell'ipocondria che mi porto dietro da sempre, pertanto il processo mentale che mi causa gli attacchi di ansia è strettamente legato alla paura di avere un imminente problema di salute.
Di fatto a me basta che il cuore acceleri leggermente senza motivo per iniziare ad attivare tutti quei meccanismi involontari che mi scatenano poi l'attacco di ansia: misurazione del battito, maggiore allerta su tutti i sintomi o su eventuali sensazioni ecc. ecc.
Questo è quanto mi è successo: l'altra sera mi stavo per coricare e ho avvertito una strana sensazione alla testa; ovviamente ho iniziato a macinare e a percepire tutti i vari tipici sintomi che precedono un attacco di ansia.
Invece di fare resistenza nel tentativo di ostacolare la comparsa dei sintomi ho subito chiuso il processo mentale al punto in cui il mio cervello mi voleva condurre e ho deciso di accettare il fatto (peraltro inesistente) che stavo per morire. Mi sono coricato con il fiato corto e ho pensato, pazienza tra 10 minuti al max. sono morto ed è tutto finito. in realtà 5 minuti dopo stavo già dormendo come un bambino e mi sono svegliato la mattina dopo sereno e senza alcun ricordo.
Di attacco di ansia non si muore......ma la lotta per ostacolarne i sintomi è dolorosissima........se devo soffrire facciamola finita subito............e il resto lo farà il cervello.
Non c'è nemico = non c'è lotta!! e il nemico di fatto non è l'ansia, ma è la nostra resistenza che opponiamo ai vari sintomi che di fatto sono solo fantasmi.
Certo, per ora mi è riuscito l'esperimento solo una volta ma se funzionasse?
Un saluto a tutti."

 

Questo è un classico esempio di come il soggetto abbia usato dei strategemmi per non alimentare il circolo psicopatico, ovvero più pensa ad una cosa e più prova emozioni intense sfociando in attacchi di panico. Diverse persone potrebbero erroneamente parlare di mindfulness per riferirsi a questo fenomeno di "astensione dal pensare" ed alimentare il circolo mentale vizioso.

 

Mindfulness e presente

La mindfulness richiama il concetto di presente, la persona proprio perché non fa più uso della sua visione del mondo non le resta altro che il presente, in quanto solo tramite il qui et ora può riniziare a scoprire il mondo e sviluppare una nuova visione. Ma questo essere nel presente è una conseguenza non una causa, per questo nell'articolo non se ne parla quasi per nulla, il fatto di essere nel presente e di rimanerci va visto solo come un indicatore di efficacia.

Una persona convinta ad esempio rimane poco nel presente, prende le sue informazioni e poi subito ci fa deduzione, aspettative e parte per la tangente per i suoi obbiettivi futuri.

 

Non confondere la mindfulness con lo stato di flow.

Non confondere la mindfulness con le tecniche di coping per fermare i pensieri previdenti alla base dell'ansia o qualsiasi altro pensiero disfunzionale, la mindfulness non ha nulla a che fare con le tecniche di distrazione.

Non confondere con le tecniche per rimanere con attenzione laddove non c'è interesse.

Non confondere con le tecniche usate contro il vagabondaggio mentale che avviene laddove c'è poco o scarso interesse.

 

APPUNTI:

- sati

- mente principiante 

BIbliografia:

- http://www.stateofmind.it/2016/10/mindfulness-consapevolezza/

ultima modifica il: 02-07-2018 - 13:02:51
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