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- Abitudine -
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Cosa è una abitudine?

 

Si definisce abitudine qualsiasi attività il soggetto compia senza sforzo in quanto parte di uno schema stimolo risposta.

Questa frase che può sembrare abbastanza complessa in realtà altro non è che la definizione tecnica del meccanismo di voglia che ognuno di noi ha sperimentato sulla propria pelle.

L'abitutine è quell'attività che ogni giorno si fa perché inserita in uno specifico contesto e si fa per "voglia" in quanto alla base si sentono emozioni positive.

Ad esempio può essere un'abitudine quella di bersi un caffè dopo il pranzo, dove il soggetto prepara la macchina e poi si gusta il caffè.

Le azioni vengono fatte quasi automaticamente, senza peso, si prende il caffè, si accende la macchina, si prende la tazzina, etc...

L'abitudine affinché si definisca tale è necessario che sia innescata da qualche stimolo e sia percepita dal soggetto come leggera e non faticosa.

L'abitudine entra nella routine se si viene stimolati giornalmente per attivare l'innesco, ma se lo stimolo viene tolto è probabile che l'abitudine venga messa da parte.

L'abitudine si basa sul condizionamento, c'è quindi una fase in cui l'abitudine viene creata.

Un errore che si commette spesso riguardo l'abitudine è che questa sia sempre creabile a proprio piacimento ma non è così. A volte un soggetto potrebbe sforzarsi di creare un abitudine ma fallire miseramente perché di fronte allo stimolo poi non avverte un'emozione positiva e quindi non percepirà mai la "voglia" di ripetere.

L'esempio classico è quello dello studente che legge qualche articolo di motivazione e cerca di creare un'abitudine positiva a studiare fallendo anzi finendo per odiare ancora di più lo studio e provando emozioni negative (Stimolo negativo) ogni volta che si mette a studiare.

 

 

L'abitudine è unconcetto che si può usare a proprio vantaggio se si capisce esattamente cosa è e come riprodurla.

 

Qual è la differenza fra routine e abitudine?

La routine evidenzia come il soggetto abbia più o meno organizzato la sua giornata, come ha incastrato le varie abitudini, i doveri, cosa tenda a fare ogni giorno, mentre l'abitudine evidenzia solo uno schema di comportamento dove ad uno stimolo segue un comportamento mosso da emozioni positive che lo stimolo ha innescato.

 

DA RIVEDERE

Si definisce abitudine qualsiasi comportamento nasca da una motivazione ciclica, producendo un comportamento che si ripete rendendo tale ripetizione osservabile e lampante per l'esterno.

Il termine stesso ci suggerisce tale fenomeno, così come ogni giorno ogni persona indossa un abito per vestirsi così alcune attività vengono ripetute per specifiche motivazioni.

L'abitudine o, un termine comune che avvicina le teorie comportamentiste e che le stesse persone hanno mediamento compreso rendendosi conto che alcune attività vengono scandite da degli segnali attivatori.

Abitudini cognitive, nascono dagli obiettivi posti dal soggetto e dalla relativa motivazione che nasce in tal senso (o come surrogato) per il raggiungimento degli stessi. Usando strumenti digitali, ricordandolo.

Abitudini emotive, nascono da stimoli esterni o interni che attivano un'emozione e quindi una spinta ad agire in uno specifico modo. Questi segnali che si ripetono nella giornata e che attivano una risposta comportamentale. Questi segnali possono essere condizionati creandone di nuovi che spingono in tal senso e aumentano la probabilità di generare un'abitudine.

 

Entrambe queste abitudini esistono in quanto il soggetto prova delle emozioni che costituiscono l'inclinazione del soggetto, cioè una spinta emotiva interna che spinge ad uno specifico comportamento.

 

Dall'inclinazione del soggetto, qualcosa che esiste dentro di lui, nascono le abitudini su una spinta solo comportamentale (uno stimolo frequente che attiva un comportamento frequente) o cognitivo, basato su obbiettivi posti sul lungo periodo e quindi sulla ripetizione di comportamenti tesi a raggiungere un obbiettivo e una motivazione finale (abitudine su motivazione anticipata).

 

Diventa ancora più chiaro che l'abitudine può essere ibrida, o un'abitudine basata sulla strategia, sfruttando un condizionamento 

 

Abitudine cognitiva, sfruttando diverse motivazioni basate sull'antecipazione, anche se l'attività non produce nulla nel presente il soggetto agisce per il futuro;

Abitudine ibrida, il solo fatto di cominciare quell'attività innesca condizionamenti, più passa il tempo più alcuni segnali aiuteranno ad attivare emozioni che aiuteranno in quell'abitudine che all'inizio era solo cognitiva;

Abitudine strategica, sfruttando gratificazioni immediate poste su un obiettivo a lungo termine la si avvia anche se non vi sono motivazioni di per sé sufficienti al momento, ha una razionalità e una motivazione basata solo sulla cognizione (detta anche forza di volontà) insufficiente a generare l'azione. Mantenendola sfruttando il concetto di avversione alla perdita per quello che si è costruito;

Abitudine comportamentale, risponde a degli stimoli che innescano emozioni che spingono ad un comportamento, la motivazione nella sua variante più semplice e immediata.


Facilitare un'abitudine, renderla accessibile, immediata, aumentando gli stimoli attivatori o creandone altri condizionandoli e rendendoli presenti, non avere conflitti interni, collegarla anche cognitivamente con i propri obiettivi.

 

Come si ostacola un'abitudine? Ad esempio se disfunzionale.

 

 

Trasformare un'abitudine cognitiva in una ibrida, costruendo stimoli condizionati che attivano la stessa abitudine che è stata progettata come cognitiva, rafforzandola.

 

La motivazione che attiva lo stimolo, detto anche segnale attivatore.

Le abitudini

consuetudini, le abitudini di più persone creano una consuetudine a livello sociale e culturale.

inclinazioni

Condizionamento

Stimolo

Analisi della routine, stabilire se ciò accade per abitudine

 

Ormai è perso, il soggetto spezza l'abitudine perché nella sua mente è configurata una perdita che seppur dolorosa è deresponsabilizzante, in quanto se ha perso tutto non c'è più niente da difendere, non serve più che continui non ne avverte la spinta. Correggendo questa distorsione il soggetto si rende conto che in realtà ogni investimento sul lungo periodo non svanisce al primo errore, se Bolt saltasse un giorno di allenamento il giorno dopo sarebbe come una persona normale non allenata? Costruire un'abitudine sulla costanza crea quello che si potrebbe definire come una "costanza inerziale" il solo fatto di aver cominciato, aver creato qualcosa, diventa fonte di motivazione, sopratutto negativa, come avversione alla perdita di ciò che si è fatto, se non si vede un evento negativo come totalmente distruttivo e deresponsabilizzante.

 

L'uso errato del termine abitudine:

- farci l'abitudine, che lo si accetta o tollera con il passare del tempo

- farci l'abitudine, per intender el'adattamento, ilcomprendere, lo sviluppare l'abilità

(abitudine usato erroneamente come sinonimo di comportamento non più emotivo, diminuzione dell'emozione o come qualcosa fatta per dovere, significato derivante dalla corrente romantica che l'ha usato per definire uno scadimento dell'emotività all'interno del rapporto)

 

(costruire un'abitudine sulle aspettative dell'abitudine stessa, sapendo cosa si otterrà sul lungo termine dall'abitudine stessa e non dalla singola azione)

Si definisce abitudine quell'azione automatica che il soggetto svolge in modo istintivo in situazioni dove ha già una risposta pronta e non avverte la necessità di fare cambiamenti.  

L'abitudine va visto come la conseguenza del condizionamento, cioè le risposte del soggetto che più hanno avuto esiti positivi sono state rinforzate al punto da essere messo in atto in modo immediato e senza alcuno sforzo.

Abitudine è fare le cose in un modo e non cambiare perché l'abitudine stessa inizia a diventare fonte di certezza, di rassicurazione, perché funziona e non è necessario sprecare risorse per fare cambiamenti ma anche per pensare a cosa fare.

L'abitudine si costruisce in due modi:

- il primo è quello che si potrebbe descrivere come "squadra che vince non si cambia" cioè un comportamento, anche casuale, è stato efficace e quindi tende ad essere ripetuto in una visione prettamente comportamentale, ma non solo il fatto di riusare quella stessa risposta è come se facesse sentire sicuro il soggetto riguardo all'esito, al controllo, etc... e questo ancora di più contribuisce al comportamento abitudinario. Detto in altri termini, un comportamento che ha prodotto risultati e che è stato riusato finisce per essere una risposta condizionata ad un dato punto, una cosa che il soggetto ormai fa "per abitudine";

- il secondo è quello di costruire intenzionalmente un abitudine per sfruttarne dei vantaggi, sopratutto in scenari dove il soggetto ha problematiche di motivazione, costanza e non sa come occupare parte del suo tempo in modo produttivo e funzionale. In questo secondo caso avviene l'esatto opposto del punto precedente, non c'è un'azione efficace che nasce in risposta a scenari in cui il soggetto si ritrova frequentemente per motivazione, ma c'è la necessità di facilitare una stessa risposta e comportamento (di solito in modo giornarliero) sfruttando questo tipo di condizionamento per farsi pesare meno quelle attività che vengono costruite per lo più su motivazioni negative, come la lena. Cioè si sfrutta il fenomeno dell'abitudine e del condizionamento per riuscire ad essere costanti in situazioni in cui a livello esistenziale è più probabile che non lo sia. Il meccanismo psicologico è quello che la mente è come se si condizionasse a questo evento e quindi lo percepisse nel tempo meno sofferente, tende a non opporvisi, a non dimenticarlo e quindi non va a contrastare il mantenimento e quindi la costanza. Le abitudine si costruiscono ad esempio sforzandosi di fare una cosa sempre allo stesso orario, stesso contesto, con uno stesso rituale, è fondamentale che degli stimoli vengano condizionati altrimenti non si tratta di abitudine.

 

Prima di proseguire è necessario specificare la differenza fra abitudine e consuetudine, la seconda evidenzia solo un comportamento frequente per il soggetto ma che nono vive come un condizionamento (in modo parziale o totale), ad esempio una persona potrebbe avere la consuetudine di invitare frequentemente amici a casa sua perché gli piace circondarsi di persone in casa propria, ma questa non è un'abitudine, non è una cosa che fa "quasi senza accorgersene" ma sono fenomeni che si ripetono perché fanno parte della motivazione del soggetto.

 

Dire ad una persona "sei abitudinaria" non vuol dire nulla, in quanto ogni persona svilupperà le sue abitudine, la cosa primaria da chiedersi è piuttosto che tipo di abitudine è quella se un "squadra che vince non si cambia" in uno sviluppo "naturale" di queste abitudini, o il risultato di un investimento strategico del soggetto per portare avanti attività che altrimenti non farebbe e che non rispecchiano la sua "autenticità".

 

L'abitudine non va confusa con il pensiero convergente, quest'ultimo descrive il fatto che la persona ricorra sempre alla stessa soluzione, stesse credenze, per risolvere o fare qualcosa ma è conscio mentre l'abitudine si svolge prevalentemente a livello inconscio e istintivo. Una persona abitudinaria potrebbe avere un pensiero divergente ma sono altri i motivi che la spingono ad agire di istinto, a cercare la sicurezza dell'abitudine, a non rischiare, etc...

Pensate a quante volte avrete pensato o avrete visto persone che nel rapporto dicevano "potrei fare così, potrei sorprenderla così" ma poi si finiva puntualmente nella stessa abitudine sia perché era più rassicurante, più immediato sia perché nel loro ricorrere ad euristiche rapide facevano meno sforzo nel "comportarsi istintivamente e di abitudine" non che nel pensare a fare qualcosa, metterla in pratica, darsi da fare, etc...

Le abitudini le troviamo frequentemente nei rapporti, dove le scelte, le risposte vengono fatte per abitudine e non perché consciamente ci si da fare per comprendere l'altro, per promuore qualcosa, al punto che si potrebbe dire che "più una persona tende al risparmio più è probabile che con il tempo le interazione che compie diventino prevalentemente abitudine".

Le abitudini non sono positive o negative a prescinder elo diventano in base all'obbiettivo che si è posto il soggetto, una persona che svolge un lavoro complesso potrebbe trovare comodo nel lasciare che parte di questo venga svolto in modo abitudinario per lasciare risorse da usare altrove, pensiamo ad una persona che guida in modo abitudinario (e automatico) e nel frattempo si mette a pensare ad altro, ma diventa una trappola come nel caso dei rapporti dove il soggetto ha altri obbiettivi che vengono annientati da questa interazione basata su scelte e azioni abitudinarie.

Anche qui è necessario non confondersi con la consuetudine, dove nel rapporto si fanno le stesse cose perché quelle sono le uniche attività che si sono trovate che vengono gradite da entrambi e che per uno dei partner potrebbe essere un problema non trovare altre.

 

Questo termine viene confuso con un largo numero di concetti in ambito esistenziale:

- La confusione dell'abitudine con la motivazione nel tempo, ovvero la costanza. La costanza è un fenomeno a parte, poi che l'abitudine possa aiutare un soggetto ad essere costante laddove ha motivazioni "negative" riguarda l'interazione fra due fenomeni che sono comunque distinti;

- La confusione con la propria percezione delle cose e la propria personalità, la persona usa il termine abitudine per sottolineare ciò che è che al momento non desidera cambiare e non può essere cambiato, per sottolinere la propria idiosincrasia;

- La confusione con il rituale nelle ossessioni.

- La confusione con la consuetudine, osservare il comportamento ripetuto di una persona per tentare di comprenderlo. Un conto è fare cose simili nelle giornate, detto anche comunemente routine, l'abitudine può portare ad una routine ma vanno visti come due concetti separati, la consuetudine è il ripetersi di scelte conscie, l'abitudine è un'azione istintiva e inconscia;

- La confusione dell'abitudine con il "modo e metodo" che il soggetto usa per affrontare e gestire date situazioni.

- La confusione con la sopportazione, le persone usano erroneamente questo termine con frasi come "ci farai l'abitudine" intendendo che dopo un po' lo si sopporterà meglio o comunque in qualche modo anche se non lo accetta troverà il modo di sopportarlo solo in parte o tollerarlo. L'abitudine può aiutare a sopportare meglio ma vanno visti come due fenomeni distinti;

- La confusione con l'adattamento, "ti ci devi abituare" per intendere l'adattamento, lo sviluppo di abilità etc..

 

 

Per descrivere l'abitudine pensate a quelle volte che state per fare una cosa e nella vostra mente compare già il "so cosa fare e so come farlo" e quasi automaticamente lasciate che sia l'abitudine ad agire al vostro posto.

 

Qual è la visione dell'AB nel confronto delle abitudini? Le abitudini possono essere funzionali a patto che la persona in qualche modo mantenga una forma di scetticismo su di esse e un pensiero divergente, in un'ottica non solo di razionalità ma anche di miglioramento, non lasciando che le abitudini possano danneggiare gli obbiettivi che ha.

 

Lo scetticismo è continuare a chiedersi se tale modo di agire sia comunque funzionale nel tempo, se non stia producendo problemi come nell'esempio dei rapporti in cui anche se nel presente si evitano di fare cose che l'altro non gradisce al tempo stesso ci si sta avviando ad un rapporto privo di emozioni e della base che lo faceva andare avanti.

Il pensiero divergente invece è teso ad andare oltre la dinamica comportamentista del "se è efficace lo conservo" domandandosi comunque se tale risposta comportamentale possa essere migliorata, se si come, etc...

 

 

L'abitudine e il grande abbaglio della crescita personale e della psicologia

Perché abbaglio? Perché sfruttare l'abitudine per essere costante è comunque un modo di ammettere il proprio fallimento come persona nel non riuscire a portare avanti un'attività con costanza senza ricorrere a questi stratategemmi e iniziare questa "lotta con se stessi".

 

 

DA RISCRIVERE

 

abitudine, euristiche indotte dall'associazione e lo sviluppo di regole che danno modo al soggetto di fare scelte e azioni rapide. Ad esempio pensate al vostro telefono e al fatto che ora con pochi secondi e pochi passaggi arrivare alla funzione che cercate. Se questa venisse cambiata, sarebbe necessario perdere più tempo, capire cosa è stato cambiato e non si potrebbe usare più la vecchia abitudine.

routine, consuetudine in inglese;

rito, si parla di rito o rituale per evidenziare quello specifico comportamento che la persona adotta per difesa in quanto crede che facendolo lo proteggerà o lo aiuterà ad evitare qualcosa. Il rituale non si trova necessariamente nelle ossessioni e si spiega con ciò che crede la persona,come si rappresenta la realtà e quali regole pensi che la governino;

consuetudine, si riferisce a come alcuni comportamenti siano frequenti in alcune zone a causa delle norme di quel posto e delle routine medie;

automatismo, si parla di automatismo per evindeziare qualsiasi prodotto mentale o azione venga generata come diretta conseguenza di strutture ormai fisse nel soggetto. Ad esempio l'abitudine potrebbe essere svolta automaticamente, come alcuni pensieri ormai sono automatici perché la persona vede le cose in quel modo lì.

procedura, quello che la persona conosce per avere ciò che desidera quindi riguardo a specifiche azioni che avranno specifiche conseguenze, sa come agire per avere qualcosa;

ordinario, le routine che si stabiliscono quando si prendono scelte organizzative o comunque una persona di potere ordina qualcosa.

 

Dire ad una persona sei abitudinaria vuol dire nel linguaggio comune sei solita usare routine ma  seguendo il significato stretto del termine vuol dire "sei una persona che fa continuamente leva su euristiche", quante volte avrete visto persone fare errori anche evidenti perché sembravano "agire a testa spenta" proprio perché stavano facendo riferimento a quelle abitudini apprese manifestate come automatismo piuttosto che rimanere focalizzati sulla realtà.

 

Abitudine condivisa, quando un'altra persona fa parte delle proprie abitudini cosa succede?

 

DA RIVEDERE

 

 

 

L'abitutine nel linguaggio comune è un termine diffuso anche se si presenta come un argomento confuso a causa dei diversi significati attribuiti, elenchiamoli:

- il primo è il sinonimo di accettazione "se non ti piace, abituati",  per comunicare ad un'altra persona che non c'è possibilità di cambiamento o compromesso e che o lo si accetta così come è o si può andare altrove;

- il secondo invece riguarda gli automatismi "ormai ci ho fatto l'abitudine ogni mattina faccio le stesse cose senza quasi pensarci";

- il terzo è sinonimo di schemattizare, si usa il termine abitudine per intendere delle tappe fisse durante la giornata, gli schemi di comportamento "ormai sono diventata una persona abitudinaria, al punto che ho segnate le tappe da fare a degli orari prestabiliti";

- il quarto è per indicare l'appiattimento emotivo, ovvero la persona passa da una situazione di giostra emotiva, un sali e scendi ricercato ad una situazione in cui non si provano più queste emozioni intense, quei picchi desiderati.

 

 

L'Ab sceglie di ridefinire l'abitudine esclusivamente sul quarto significato per descrivere un fenomeno emotivo che interessa gran parte della popolazione, quello in cui ci sono persone sentimentali che ricercano emozioni, che hanno come obbiettivo quello di emozionarsi e salire sulla "giostra delle emozioni e sentimenti" che li fa sentire vivi e che non accettano e soffrono quando questa giostra comincia a rallentare, comincia ad essere sempre meno appagante, ritrovandosi in un rapporto o in un progetto che diventa sempre meno emotivo.
Questo fenomeno dell'appiattimento emotivo non è necessariamente un fenomeno negativo, ci sono alcune persone che vedono l'innamoramento quasi come un ostacolo, sono persone che vedono l'amore e il rapporto di coppia come un obbiettivo per raggiungere i loro valori e quindi l'abitutine viene percepita come positivamente. Questo fenomeno è negativo per i sentimentali ma viene visto con indifferenza o addirittura come positivo da quelle persone che hanno obbiettivi opposti a quelli sentimentali. Nella maggior parte della popolazione essendoci la ricerca dell'emozioni, dei picchi l'abitudine viene percepita come negativamente ma da qui non si commetta l'errore di generalizzazione/assolutizzazione. 

Come nasce questo effetto di appiattimento emotivo? Nel caso di un rapporto passivo l'appiattimento accade per semplice effetto tempo, una volta che le due persone si conoscono, perdono quello che l'era l'unico effetto sorpresa del rapporto, il fatto di non conoscersi e di scoprirsi di non potersi aspettare cose dall'altro. Nel caso invece di un rapporto attivo l'appiattimento emotivo scatta quando uno dei due o entrambi smettono di investire per emozionare l'altro, probabilmente perché stanno perdendo interesse nel rapporto.

Il termine che tendono ad usare queste persone per descrivere il fenomeno è "scontato", cioè fino a quando non riescono a dare nulla per scontato/certo vengono coinvolti emotivamente da quello che non si aspettano, quello che non possono prevedere, coinvolti dall'effetto sorpresa.

L'appiattimento emotivo è inevitabile? No, l'unico modo per evitarlo è quello di chiudere il rapporto nel momento in cui ci si conosce nel caso il rapporto sia passivo o di chiuderlo nel momento in cui non si è più interessati ad essere attivi nei confronti dell'altro nel caso il rapporto sia attivo.

 

In alcuni casi la persona prova picchi di emozioni così negativi che nonostante sia una persona sentimentale arrivi a desiderare un appiattimento emotivo perché la sofferenza è eccessiva, preferendo una serenità noiosa ad una sofferenza insopportabile.

 

L'abitudine per definizione è un fenomeno che interessa solo i sentimentali, solo persone che sono alla ricerca di una giostra emotiva, per le altre persone che sono interessate più a passioni o alla condivisione non hanno questa tipologia di problema, al limite potrebbero afferamre di passare un periodo un po' vuoto, un periodo con meno gioia ma niente che sia paragonabile all'abitudine.

L'abitudine ci ricorda quanti rapporti vadano avanti per inerzia, per gli errori e le illusioni fatte da persone che pensassero che tutto sarebbe durato per sempre in automatico, solo perché ci si è legati, ci si è affezionati, trascinandosi in rapporti di abitudine e sofferenza solo perché non riescono a superare quella prigione che loro stessi si sono creati o di ritornare in quello stato dove la mancanza di autosufficienza li fa soffrire.

 

Appiattimento emotivo vuol dire annullamento emotivo? La risposta è no, per appiattimento emotivo si intende una diminuzione di quei picchi che la persona ritiene necessari per godersi il rapporto, in alcuni casi l'abitudine potrebbe essere un leggero indebolimento ma comunque inaccettabile in altri casi un qualcosa di così intenso che potrebbe avvicinarsi all'annullamento delle emozioni in gioco.

 

Il paradosso dell'essere passivi

Alcune persone nonostante temino l'abitudine e desiderino avere un rapporto carico di emozioni sono le prime ad instaurare un rapporto passivo, dimostrando quanto queste persone non abbiamo compreso nulla di come funzioni un rapporto e siano scarsamente o per nulla consapevoli.

 

L'abitudine al di fuori dei rapporti

L'articolo si è concentrato nell'evidenziare un fenomeno sentimentale (ricercare la giostra emotiva) esclusivamente nell'ambito del rapporto ma questo fenomeno è valido anche per i progetti, nell'inseguimento di attività che danno queste intense emozioni ricercate. Questo vuol dire che una persona potrebbe avviare un progetto in cui trova queste emozioni ma con il passare del tempo avere per diversi motivi un abbassamento di questi picchi, finendo per trovare questo percorso abitudinario al punto da condurlo a interromperlo per cercare qualcosa che lo soddisfi sotto il profilo del sentimentalismo.

 

ultima modifica il: 08-05-2020 - 15:31:07
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