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- Invidia -
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"Osserva la tua invidia. Chi ti suscita invidia ha qualcosa che tu vorresti ma che non ti dai il permesso di credere di poter avere"

Cos'è l'invidia? Cosa si intende per persona invidiosa?

(quando una persona verso cui si prova invidia soffre, specialmente se tale sofferenza è data dalla perdita di ciò che i invidia, il soggetto prova piacere e ciò si chiama schadenfraude

invidia positiva e invidia negativa, quando comunque diventa un movente a crescere e migliorarsi, distruttiva quando si preferisce distruggere l'altro)

L'invidia è quel sentimento negativo che si prova nel momento in cui si desidera qualcosa che non si ha e si pensa di non poter avere e la si vede nelle altre persone.

Il punto cruciale dell'invidia è quello del pensare di non poter avere, cioè avere una visione pessimistica della realtà (a volte si potrebbe trattare di desiderio impossibile) e di conseguenza il soggetto prova invidia, cioè soffre finendo per trasformare questa invidia anche in risentimento e odio, anche se questo passaggio non è sempre presente.

Quando una persona è ottimista e sa che un giorno avrà quello che desidera non prova invidia ma ammirazione per quella persona, che vede come un modello da seguire e gli aiuta a ricordare e anticipare quel che sarà.

 

Nel linguaggio comune le persone confondono frequentemente l'invidia con il sentimento di inferiorità o orgoglio, chiamando invidiosa la persona che si sente inferiore, questi due fenomeni sono distinti e possono essere collegati come vedremo nel corso dell'articolo.

 

L'invidia viene accentuata da tre fattori;

- il primo è l'inadattamento, la persona non riesce a comprendere perché lei non ha quella cosa e l'altra persona invece si, non sa come ottenerla e in alcuni casi pensa anche di non poterla avere e per questo prova un sentimento di risentimento, non accetta questa cosa specialmente se non capisce il perché e crede anche di non poter cambiare quella situazione. C'è anche il fatto disadattamento, la persona non riesce a comprendere perché come fa lei non ottiene nulla e come fanno gli altri (anche se non sa come) invece ottengono, specialmente se è convinto che le cose che lei fa e sa siano giuste non rendendosi appunto conto di come sia disadattata;

- il secondo è il vuoto esistenziale, meno la persona ha, meno si sente appagata più aumenta la motivazione ad avere qualcosa e ciò aumenta l'invidia quando lei non l'ha mentre gli altri si;

- il terzo è l'illusione del merito, nella sua mente l'altro non se lo meritava mentre lei si, oppure pensa che anche se l'altro se lo meritava anche lei. Locus of control esterno.

 

La differenza fra queste due forme di invidia è sottile ma rilevante perché nel primo caso si tratta di una persona completamente da svegliare mentre nel secondo caso si tratta di una persona che è sveglia ma che si ritrova in uno stato per cui ciò che va cambiato non è il suo pensiero ma il suo equilibrio, trovando qualcosa di altrettando appagante a cui rivolgersi così da smettere di invidiare persone per le loro fortune (condizioni facilitanti), "quando sei appagato non pensi più a nulla, ti godi la tua esistenza e al resto non ci pensi".

Uno degli errori più frequenti che commettono le persone quando pensano all'invidia è di pensare che questa sia qualcosa che provano tutte le persone, come se fosse qualcosa di universale e innato. L'invidia è un sentimento e in quanto tale si prova solo se ci sono le condizioni e le caratteristiche per farlo, altrimenti non si prova e infatti come spiegheremo nel corso dell'articolo le persone che non provano invidia si trovano in altri due stati:

- o provano ammirazione;

- o non provano più nulla di analogo perché semplicemente hanno ciò che desiderano e sono appagati così.

Ma come si arriva a questi due stati? Procediamo per gradi, innanzitutto la prima cosa che osserviamo è che l'intensità dell'invidia è correlata a quanto più la persona è frustata, a quanto tempo ha desiderato quell'oggetto o caratteristica non riuscendo a raggiungerla. Questo ci suggerisce una persona che è rimasta bloccata in qualcosa senza riuscirne ad uscirne.

Per uscire dall'invidia è necessario che la persona sviluppi due caratteristiche:

- equilibrio e concretezza, la persona si rende conto che è necessario avere più obbiettivi a cui diregersi, che siano concreti così che nel momento in cui si rende conto che qualcosa non può averla si dirige altro, appagandosi e non trovandosi ad invidiare ciò che non ha;

- crescita e potenzialità, la persona esce fuori dalla visione del "io non ce l'ho e l'altro si, io non posso averlo" ed entra in una dimensione del "se questa cosa è concreta io potrò averla e chi ce l'ha già fatta è qualcuno da ammirare, qualcuno da terermi vicino per poter capire, per poter farmi insegnare" qualcuno con cui condividere se vorrà il mio percorso di crescita.

Una volta che la persona entra in questa visione delle cose accantona l'invidia per dirigersi verso nuovi obbiettivi nel caso scoprisse che alcune cose non sono concrete e verso l'ammirazione nel caso scoprisse che da questa persona può impare e può farcela. Una volta che la persona si appaga supera anche l'invidia del consapevole ma che non essendo appagato finiva per invidiare comunque gli altri.

 L'invidia oltre che essere di due tipi può essere condita anche da altre emozioni :

- la prima è il senso di inferiorità, la persona nella sua sensibilità all'orgoglio tende a sentirsi anche inferiore vedendo questo come una sconfitta, l'inferiorità sebbene possa essere frequentemente presente nell'invidia (sono numerose le persone orgogliose) va vista come un fenomeno e sentimento scollegato, non necessariamente un invidioso prova anche senso di inferiorità;

- la seconda è il risentimento, la persona non accetta che l'altro abbia quello che lei non ha, di solito questa sfumatura ha alla base delle credenze come quella sul merito, la persona fa fatica ad accettare il fatto che altri se lo siano meritati e lei no specialmente se secondo le sue credenze non sarebbe dovuto andare così facendo evolvere l'invidia perfino in comportamenti rabbiosi e vendicativi;

- la terza sfumatura fa sentire la persona con bassa autostima,  confrontandosi con l'altra e deducendo che l'unica spiegazione è che lei è inferiore a livello attitudinale, che lei non può permetterselo e l'altra si.

 

Queste sfumature sono determinate da come la personalità percepisce quell'evento ma in ogni caso c'è una persona che nella sua ignoranza non sa come fare per avere ciò che desidera, non capisce esattamente perché altri si e lei no. Questo passaggio è fondamentale perché queste sfumature le prova la tipologia di invidia che nasce dall'ignorante mentre la persona consapevole non tende a generare queste sfumature di invidia nel caso la provasse. La persona consapevole prova un'invidia diversa, si rende conto che ciò che prova "non è funzionale e non ha senso" desidera uscirne ma non sa come fare, specialmente se non si è ancora resa conto che non è appagata. Queste persoen di solito entrano in una dimensione di "desidero sempre di più" o "desidero avere il massimo o tutto dalla vita" e quindi anche se hanno capito cosa sia l'invidia finiranno inevitabilmente per provarla quando vedranno qualcuno che ha qualcosa che loro non hanno perché la desiderano e al tempo stesso rendendosi conto che non possono averla provano invidia.

 

L'invidia che conseguenze comportamentali ha? L'invidia spinge le persone ad avere un comportamento "negativo" verso chi ha generato tale sentimento, generando quindi conflitti nel rapporto e finendo alla lunga per evitare quella persona proprio per le emozioni negative che suscita. Ma non finisce qui, come già descritto nelle sfumature emotive sono tre le risposte comportamentali dell'invidioso in base alle altre emozioni che prova:

- può distruggere l'altro per non sentirsi più inferiore;

- può arrabbiarsi e vendicarsi perché non accetta questa cosa, non accetta che l'altro abbia e lui no;

- può inibirsi e chiudersi ancora più in se stesso perché pensa che l'unica spiegazione possibile sia che lui è sbagliato, inetto e che non potrà fare niente. 

 

 

 

L'invidia e l'ammirazione sono due sentimenti completamente diversi che ci fanno capire rapidamente il livello di consapevolezza sul desiderio che ha una persona, su come si è "svegliata" nel campo delle abilità.

 

Si possono invidiare le condizioni facilitanti degli altri, dette anche fortune? Si, nell'invidia l'unica cosa che conta è vedere nell'altro ciò che non si ha, quindi si vanno anche ad invidiare le condizioni facilitanti. Questa è la situazione che di solito viene maggiormente invidiata dalle persone consapevoli che nonostante tutto non riescono ad accettare che a causa della loro "sfortuna" alcune cose non le abbiano potute avere e non le avranno mai.

 

"Non è la fortuna a fare la differenza per la felicità, l'esistenza ce la si costruisce e non è un caso che siano esistite persone che nonostante le loro fortune e condizioni facilitanti abbiano comunque avuto esistenze infelici e al tempo stesso esistano persone che prive di queste fortune siano comunque arrivate all'appagamento, nei limiti della concretezza puoi arrivare a fare ogni cosa, la soluzione sta nel trovare un equilibrio che ti dia modo di trovare ciò che ti appaga smettendo di invidiare ciò che non potrai mai avere e di ammirare coloro che ti guideranno verso ciò che ti potrà appagare".

 

Diverso diventa il discorso quando la persona non ha avuto nemmeno la normalità ma nasce ad esempio con pesanti handicap, qui la questione diventa più complicata perchè la persona potrebbe non avere gli strumenti di base fondamentali come la salute, un fisico funzionante, ma sono uno su un milione. Qui l'invidia inizia a diventare un qualcosa di comprensibile e di curare farmacologicamente per aiutare una persona che non ha soluzioni fattibili per uscirne, ma la maggior parte delle persone non sono in questo stato anche se pensano di esserlo a causa della loro ignoranza, è questo il loro handicap principale.

 

Invidia ignoranza e percezione distorta e l'invidia che non esiste

Alcune persone quando guardano ciò che non hanno non riescono a capire esattamente quello che gli altri hanno, finendo per  ngigantirlo, come se fosse qualcosa di "grandioso". Questo accade perché la persona probabilmente tende ad "esagerare" tutto ciò che non conosce, come se ogni cosa fatta da altri fosse raggiunta in modi grandiosi, difficili e a lei incomprensibli, questo che conseguenze ha? Che la persona tende a provare le varie sfumature emotive ancora più intense, si risente maggiormente o si sente più inferiore o le si abbassa ulteriormente l'autostima. Questo si potrebbe spiegare come una sorta di automatismo ad idelizzare ciò che non si conosce anche quando si tratta di ciò che hanno fatto altri.

Un altro caso ancora più paradossale è quando la persona ingigantisce il risultato di un'altra persona e anche se è lo stesso, la persona lo percepisce come qualcosa di differente e invidia qualcuno per ciò che in realtà ha già.

 

 

 

Quando si può arrivare ad invidiare perfino una bambina:

"Volevo confidarmi e sfogarmi con voi, perché sono quelle cose che in giro non le puoi dire, ci mancherebbe...
Da sempre provo molta invidia nel vedere i successi degli altri. Mi fanno sentire stupida, inetta, inadeguata. A vedermi da fuori, anche io posso vantare i miei, ma la differenza è che mentre sui miei risultati sono sempre molto disincantata (so che sembrano più di quel che sono, che li ho raggiunti magari provando contemporaneamente amarezza e delusione per l'altro lato della medaglia, oppure mi sembrano sempre cose da poco...) mentre quelli degli altri, sebbene razionalmente mi renda conto che non sono diversi dai miei, né più né meno, mi appaiono sempre speciali, grandi cose...fb alimenta questa mia rabbia, forse ne ho già parlato, quando non l'avevo stavo molto meglio ma per ragioni professionali non posso togliermi, e devo anche usarlo anche se cerco di entrare il minimo indispensabile.
Vorrei essere migliore in ciò che faccio, mi applico costantemente ma ciò nonostante non sono mai soddisfatta! Recrimino errori del passato...mancanze...il fatto di sentirmi una signora nessuno anche per colpa del mio carattere e delle mie possibilità economiche, degli problemi della mia famiglia di origine.....

Il triste è che invidio persino una bambina: è una lontana parente che vedo ogni tanto, e che sta ottenendo buoni risultati in una disciplina: viaggia, vince, è tutto un continuo di foto trionfanti...io alla sua età avevo le stesse passioni, ma invece di venire supportata come lo è lei in famiglia era visto tutto come una perdita di soldi e tempo, cosa che alla fine mi ha spinta a lasciare.
Quando vedo quelle foto provo una rabbia incredibile, detesto che vinca continuamente,che per lei non ci siano mai delusioni (anche perché non la considero poi così brava, ma mediocre, e sono convinta che i suoi risultati in buona parte siano frutto di altro anche se ovviamente non ne ho le prove) ma è assurdo! :( 
Potrei essere sua madre, mica sono in competizione con lei, che tra l'altro è molto carina, non smorfiosa o altro, a differenza della madre che finge indifferenza ma in realtà gongola, giustamente!
Ma fosse solo quello...l'amica di una vita mi infastidisce perché fa la star, l'altra perché si piange addosso e tutti la coccolano...e io mi sento sempre ignorata. A prescindere che sia vero o no, a prescindere dal fatto che sono una persona fortunata e che non ho certo bisogno di questa gente, che non toglie nulla a me...io ci sto male, e non riesco a impedirmelo. Come se non valessi niente!"

 

Questo racconto è utile per due motivi, il primo è che ci aiuta a comprendere ciò che non è invidia, il secondo è che parla anche dell'invidia che nasce da una percezione distorta di ciò che si ha e di ciò che hanno gli altri.

La prima cosa che traspare in questa donna è la sua superbia e il suo desiderio competitiva, vediamo una donna che è in continua competizione con l'esterno e che quando vede un risultato che lei desiderebbe aver raggiunto e che non ha raggiunto ecco che prova un'invidia con sfumatura di senso di inferiorità e bassa autostima, una persona che sembra credere all'illusione innatista e attitudinale, una persona  che non solo si sente sconfitta ma che mette in dubbio perfino le sue attitudini a riguardo.

La superbia non sembra essere un problema per questa donna, lei stessa ammette di voler essere la migliore, di vedere l'esistenza come una competizione fino a quando non si scontra con un evento che sembra estreno perfino per lei, ovvero quello di provare questi sentimenti verso una bambina, per cui lei dice di provare anche invidia ma che forse non è, sono due le possibile spiegazione:

- o la persona prova invidia riuscendo ad entrare in una dimensione utopistica nei confronti del passato come se fosse ancora possibile avere ciò che non ha avuto, una sorta di "se potessi tornerei indietro per essere così";

- oppure la persona non accetta che questa bambina abbia ciò che lei non ha avuto (qui probabilmente entrano in gioco anche dinamiche del merito che peggiorano il risentimento), un acceso risentimento misto ad un senso di competizione, ingigantito ulteriormente da quella che sembra essere una percezione distorta e un automatismo di questa donna ad ingigantire i risultati e le esistenze altrui, dove la donna non accetta minimamente quello che le è accaduto, quello che invece sta avendo questa bambina e tutto ciò la fa sentire inferiore, sconfitta dalla bambina e dalla vita.

In ogni caso la donna del racconto commette l'errore di chiamare invidia le sue componenti di competizione e risentimento, non riuscendo a scindere quella che è un'invidia con determinate sfumature, da quelle che sono invece le emozioni che nascono.

Se una persona entra in competizione con qualcuno si tratta di dominanza, se una persona si sente inferiore perché vede nell'altro qualcosa che desidera e che non ha si tratta di invidia con sfumatura diinferiorità (quindi dominanza).

Ma questo racconto è utile anche perché ci ricorda come l'invidia possa esistere anche per cose che riguardano il passato, di persone che non sono in grado di accettare l'inevitabilità umana e nella loro scarsa saggiezza non essere in grado di voltare pagina, persone che non sono in grado di costruirsi la loro esistenza su ciò che è fattibile, su nuovi orizzanti invece di rimanere ancorati a ciò che non è stato e non è potuto essere, riuscendo tramite simulazioni e autoconvinzioni a creare uno scenario mentale utopico per cui provano un'invidia che non potrebbe nemmeno esistere dato che l'invidia si prova per ciò che si desidera al momento, su ciò che si vorrebbe fare e avere.

 

Facebook e il covo di invidiosi

Facebook come gli altri social network in generale hanno portato diverse persone a provare più invidia di quanto abbiano mai fatto, questo perché hanno accesso rapido e immediato a tutti i successi degli altri e la probabilità di venire a consocenza di qualcosa che desiderano e che non hanno è elevata. Facebook probabilmente sta facendo un favore a queste persone, portandole di fronte ad un problema che nell'era prefacebook avrebbero considerato invece come normalità,un problema invidia che non avrebbero considerato e che sarebbe esploso ogni tanto senza darci alcun peso. Non conta il fatto che ciò che si legge possa essere finto o valido, che esista o non esista ciò che vedono, il problema di invidia che fuorisce è comunque reale

 

Invidia e gongolare

Gongolare è il termine che l'AB ha scelto per descrivere il fenomeno per cui una persona quando viene invidiata prova piacere, si sente superiore. La persona si sente superiore e quindi dentro di sé "gongola" e potrebbe farlo di nascosto o manifestandolo. Il gongolare si differenzia da uno specifico sentirsi superiore, o meglio con il termine gongolare si specifica questa forma di piacere dominante che si attiva quando la persona viene invidiata.

 

Un racconto dal web:

"Salve. 
Ho questa domanda da porre. 
Perché sono invidiosa di cose che non dovrebbero disturbarmi? 

Esempio pratico. In questi giorni si stanno laureando molte persone che conosco. 
Essendomi già laureata, non dovrei provare alcun che, credo. E invece mi sento invidiosa! Sentirmi così mi disturba... 

Ho sempre pensato che alla base dall'invidia ci fosse l'insoddisfazione, che se non ci fosse stato un motivo valido per provarla (es, la persona in questione ottiene grandi risultati, ma in campi che non mi interessano), lei non si sarebbe presentata. 
Allora perché con le lauree altrui? 

Provando a ragionarci ho pensato che la verità possa essere che la mia laurea non mi abbia entusiasmato. 
Devo dire che effettivamente questo evento mi ha procurato più stress che altro. Per tanto tempo sono stata nervosa all'idea che non avrei ottenuto un risultato importante perché non avevo una media alta. La mia tesi a mio parere non era completa. Ma non è che potessi rimandare la laurea all'infinito.

Poi invece sono arrivata a un'altra ipotesi. Forse a me non sono bastate le cose "correlate" alla laurea. Tipo i festeggiamenti
Nessuno (parlo degli amici) mi ha fatto quelle stupidate tipiche delle lauree tipo le foto idiote in giro. Nessuno ha portato il vino (dovevo portarlo io?). Nessuno ha pensato alla corona (purché io avessi detto più volte che la corona di alloro era l'unica cosa che volessi per quanto riguardava i festeggiamenti) e la si è dovuta recuperare poi. Dei miei compagni di corso per me c'era una sola persona. Il resto erano amici miei, ovviamente pochi. A parte la mia famiglia non c'erano altri parenti. Alla "festa" eravamo una decina di persone ed io ho solo offerto la torta ma "istintivamente" non abbiamo nemmeno fatto una foto. Non ho avuto il tempo di riposarmi perché avevo un altro motivo per studiare. Finito tutto non ho minimamente pensato a fare viaggi o altro. Non ho realmente goduto del fatto di aver concluso un percorso di 5 anni, quasi e mezzo. E sono rimasta in contatto solo con 2 persone. 

Quindi le cose sono due. O io penso inconsciamente che le lauree degli altri, le feste degli altri, le vite degli altri siano comunque migliori delle mie. O sono solo un'invidiosa patologica. 

L'invidia purtroppo occupa un grande spazio nella mia vita. E nel mio povero stomaco che ne subisce l'effetto psicosomatico... 

Qualcuno è come me? 
È una palla essere così.

Perché penso che se molte cose non le faccio è un po' per il mio carattere (che novità), un po' per come sono cresciuta... la solita cosa della mancanza di esperienza. 
Soffrirei meno d'invidia se mi sbloccassi, vero?"

 

Questo racconto ci fa capire come l'alessitimia impedisca alle persone di capire esattamente cosa provino, la persona è invidiosa ma non tanto dell'evento in sé ma probabilmente di quello che rappresenta e di come le persone siano riuscite a viverlo diversamente da lei. Una persona che probabilmente è anche superba e quindi tende a competere con le altre persone e percependo la sua laurea come un fiasco ad ogni laurea più riuscita della sua si sente inferiore. Un mix letale fatto di invidia e senso di inferiorità per una persona che probabilmente desiderebbe avere un'altra esistenza e un'altra personalità per poter competere e avere tutto ciò che non ha e quando si affaccia nell'esistena di altre persone trova frequentemente invidia e senso di inferiorità. Riuscire a mettere da parte la superbia aiuterebbe ma rimarrebbe comunque una personalità da smuovere, una persona che ha diverso lavoro da fare su di sé in modo da riuscire a trasformare la sua invidia in ammirazione.

 

 Invidia verso i ricchi e la spinta comunista fallimentare:

"livellare verso il basso porta solo alla mediocrità. Il tuo pensiero non tiene poi conto di una cosa fondamentale, l'efficacia. Ti è mai passato per la testa che chi abbia i soldi se li sia guadagnati perché sapeva come farli?
Davanti ad una persona che sta meglio di te hai due possibilità: invidiarla o ammirarla. Nel primo casi proverai astio verso questo individuo attribuendo i suoi successi ad eventi casuali e a fortune che secondo te non meritava. Nel tuo inconscio vorresti essere lui senza però avere le sue stesse capacità, che ovviamente non sai riconoscere.
Il caso dell'ammirazione è invece opposto. Tu provi stima per una persona che ha avuto successo e questa diviene il tuo modello, l'esempio al quale tendere nella tua vita per avere a tua volta successo grazie allo sviluppo delle tue abilità.
In sunto, se invidi ti rode il culo e basta perchè vorresti ciò che il benestante ha ma non vuoi minimamente impegnarti per averlo mentre se ammiri sarai tu stesso ad avere una spinta motivazionale che ti porti al voler avere successo per tua stessa mano, a crescere e migliorare il sistema.
Le persone non sono uguali e pertanto i compensi che queste ricevono grazie al proprio talento non devono essere equivalenti. Il concetto di "guadagna troppo" esiste solo nella mente degli invidiosi."

 

APPUNTI:

- L'ammirazione si può fingere, l'invidia no

- la confusione fra invidia e risentimento o fra invidia e senso di inferiorità

ultima modifica il: 18-03-2019 - 15:56:20
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