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- Appartenenza -
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Cos'è l'appartenenza? Cosa vuol dire appartenere a qualcosa?

Con il termine appartenenza si definisce quel particolare fenomeno in cui il soggetto ha l'obiettivo sociale di sentirsi incluso in un gruppo che ha una visione quanto più simile possibile alla sua dell'esistenza, come comportarsi, come viverla, come si guarda al mondo, etc.. in sintensi si cerca un gruppo di soggetto con il quale si è in sintonia (pensarla alla stesso modo) nel modo maggiore possibile.

 

Il senso di appartenenza descrive un fenomeno che va oltre quello dell'inclusione, nell'inclusione il soggetto desidera essere accettato e approvato da altri soggetti per i propri obiettivi sociali, l'appartenenza descrive la specifica volontà di essere inclusi in un gruppo di soggetti simili a sé.

 

La domanda a questo punto è perché si ricerca l'appartenenza sociale? Perché si ricerca un gruppo di soggetti con cui trovarsi in sintonia?

 

 

I motivi sono diversi:

- compatibilità facilitata, se tutti la pensano allo stesso modo i rischi di scontrarsi, avere incompatibilità all'interno del gruppo è minimo;

- soggetto integralista, fatica ad accettare la complessità della realtà, la possibilità di scelta, lo rende insicuro, preferisce la strada unica, la via unica, una visione integralista "io ho ragione, tutto il resto è sbagliato" è più facile anche se crea guerre e contrasti, crea un sacco di nemici;

- c'è un codice di condotta unificato (specialmente se si tratta di una corrente integralista con testi di riferimento e figure leader) rendendo più facile capire come comportarsi, essere dalla parte del giusto, sapere di contare sugli altri in caso di problematiche;

- rassicurazione da riprova sociale, tutto viene percepito con certezza, non c'è l'insicurezza, non c'è l'aleatorietà, si vive con un costante senso di sicurezza, basta seguire il pensiero unico e condiviso;

 

 

Il massimo grado di appartenenza lo si ha con il fondamentalismo ideologico, cioè si plasmano le persone e le si spingono a non modificare e riorganizzare il pensiero in modo che si abbia il massimo grado di compatibilità possibile.

Chi cerca di trasmettere la propria idelogia fa proselitismo.

 

 

 FINO A QUI

 

 

- fondamentalismo e bisogno di certezza, la persona si rende conto che nella sua mente c'è caos, è piena di dubbi e trova qualcosa a cui appartenere e a cui poter credere, plasmando la sua esistenza su questo gruppo di persone che la fanno sentire sicura, persone certe di ciò che fanno e in cui credono con la quale anche lei potrà sentirsi sicura;

- attaccamento, la persona ricerca qualcuno o qualcosa da cui dipendere perché da sola si sente come se mancasse qualcosa, non riesce a starci senza soffrire.

 

Questo ci ricorda che ogni qualvolta le persone giudicano inevitabilmente finiscono per stabilire se qualcosa gli appartiene o è deviante da loro, ma anche che in alcune situazioni la persona non si limita a giudicare ciò che le capita ma va alla ricerca di qualcosa a cui appartenere per i due motivi citati pocanzi.

 

 

 

L'appartenenza viene facilitata dall'omogazione, cioè una persona nasce in un posto e con delle persone che formano la sua visione similmente quindi la persona crescendo si ritrova già in un luogo e con persone a cui sente di appartenere, da qui il detto "moie e buoi dei paesi tuoi".

 

Dal concetto del fondamentalismo e del relativo bisogno di sicurezza che le persone hanno che sono nati nei corsi dei milleni religioni e sette che hanno raggiunto un numero di seguaci spaventoso, analizziamo questo fenomeno ora nel dettaglio.

Sono quattro i puntii:

- rassicurazione da certezze condivise e movimento uniforme, tutti la vedono e la pensano allo stesso modo, ciò aiuta a sentirsi certi e rassicurati; 

- deresponsabilizzazione, il soggetto appellandosi a questo giusto comune è come se si sentisse protetto e sapesse in anticipo che avrà man forte in caso di problemi perché gli altri la pensano come lui, non si sente quindi solo nelle proprie fragilità. Le sue scelte non sono una sua responsabilità ma può pensarsi come una responsabilità comune e poter dire a sé e agli altri "non lo faccio solo io ma anche altri sono e fanno come me";

- compatibilità garantita o almeno favorita, il soggetto sa che in quella sottocultura è molto più facile che trovi persone con cui è compatibile in quanto non sola sarà sufficiente seguire le norme chiare e fissate, ma se le persone sono lì è probabile che siano simili e ciò aumenta le probabilità di essere compatibili;

- sensazioni emotive positive, la persona per condizionamento percepisce fin nell'inconscio che stare in un luogo e con persone simili dal punto di vista dei valori e dal punto di vista morale mediamente produce una situazione migliore che stare con altre persone sia per gli attriti che ne derivano, sia per le emozioni negative conseguenti, specialmente se la persona fatica ad accettare moralmente numerose cose. Il bisogno nasce dal fatto che la persona percepisce queste emozioni negative conscie di sottofondo quando sta fuori dal suo luogo dove e da quelle persone a cui sente di appartenere (culturalmente).

 

Ogni qualvolta una persona che va alla ricerca di fondamentalismo e trova un gruppo con questi quattro punti è probabile che finisca per integrarsi e sentirsi appartenente.

 

 

 

APPUNTI:

- idolatrare, Si idolatra una figura in quanto la si stima ed è possibile che da questo idolatrare la persona inizia a sposare quel pensiero si ritrovi indirettamente ad sentirsi appartenere ad una serie di persone che sono state "plasmate" allo stesso modo. Qui il soggetto ci si ritrova quasi indirettamente invischiato in quanto stimando un soggetto si ritrova con un pensiero simile alle altre persone che l'hanno stimato e quasi senza che se accorga si ritrova a seguire una persona insieme ad altre con cui ci si trova "bene" ma il movemento iniziale era la persona che stimava di cui si era innamorata;

- similitudine, il soggetto trova un gruppo di persone che la pensano più o meno a suo modo.

 

I gruppi a cui si appartiene possono avere due tipologie di organizzazioni:

- non gerarchico, il soggetto entra direttamente in contatto con le persone senza che ci sia una gerarchi, sono persone che la pensano in un determinato modo con raggruppazioni gerarchiche non significative e dinamiche;

- gerarchico, il soggetto prima conosce il leader o chi sta ai vertici e ritrovandosi in questa sua visione si avvicina ed entra in contatto con le persone che vi sono dietro.

Perché il termine setta non è efficace per descrivere il fenomeno? Perché questo termine ha assunto un significato negativo e dà l'idea di qualcosa che viene fatto di nascosto, l'appartenenza invece èun fenomeno comune e alla luce del sole, spazia dal figlio che appartiene alla famiglia, il soggetto che appartiene ad una visione politica, la persona che appartiene al gruppo di amici, si potrebbe quasi dire che la maggior parte delle persone ricerca un gruppo a cui appartenere per i motivi che verranno qui di seguito elencati, il fatto che alcuni gruppi abbiano esiti abbastanza negativi e devino dalla cultura o visione dominante non vuol dire che quel fenomeno accada solo lì e in quei eventi negativi, statisticamente parlando è praticamente normale che fra le numerose visioni e correnti di pensiero se ne creino di alcune di altamente devianti dalla normalità.

 

Qual è il collegamento con i fan? Un fan è colui che si è innamorato di un personaggio o di fantasia o con il quale non potrà mai avere un rapporto e che si limita a viverselo da spettatore tramite social media, un fan potrebbe idolatrare o ritrovarsi in una communità in cui proprio perché ci si innamora dello stesso personaggio è possibile che si abbia una personalità simile o compatibile e quindi trovarsi in un ambiente a cui si sente di appartenere, ecco perché le persone di una fanbase possono trovarsi così bene fra loro da fare community virtuali e reali in cui interagire.

 

L'appartenenza non è un bisogno di tutti, chi l'ha definito come di base umana non ha compreso la realtà, è un bisogno o desiderio diffuso ma non universale.

 

 

 

Questo spiegherebbe perché alcune persone non ne possono fare a meno, perché altre per comodità lo inseguono, altre perché trovano piacere nel sentirsi appartenere a qualche gruppo.

Ad esempio una persona che è dilaniata dai dubbi e non riesce a vivere la sua vita perché non sa esattamente cosa farne, cosa scegliere, si ritroverà in un bisogno di appartenenza così che possa tramite una visione comune fare delle scelte senza dubbie, scelte sentite certe e in cui la stessa persona si sente sicura perché se tutti fanno così nessuno la farà sentire sbagliata.

Oppure la persona che desidera stare con tutte persone facilmente compatibili, quando trova un gruppo di simili difficilmente se lo lascerà scappare e continuerà a tornare laddove si è sentita appartenere.

 

Nel linguaggio comune il termine appartenenza tende a produrre fraintendimento a causa dei diversi significati che gli sono attribuiti, saranno ora brevemente elencati così da fare chiarezza:

- appartenenza per intendere il fenomeno della possessività, "io ti appartengo" o "tu mi appartieni" frasi che si dicono persone che hanno un legame più intimo e che desiderano sentirsi una possessione dell'altro, indicando emozioni di dominanza;

- appartenenza come sinonimo di integrazione, termine usato per indicare l'ingresso o l'accettazione in un gruppo di persone più o meno esteso.

 

L'appartenza ci suggerisce però che questo fenomeno può svolgersi in dinamiche differenti che sono alla base delle sette o della sudditanza psicologica.

Cosa accade? Quando manca una sottocultura a cui appartene ma il soggetto conserva quei bisogni ecco che potrebbe universi ad un soggetto che gli offre o gli fa credere di potergli offrire tale prospettiva. 

Da questo punto di vista l'appertenenza trova la sua massima rappresentazione nel fondamentalismo dato che si fa riferimento ad un testo scritto e non ad una persona che seppur carismatica comunque diffonde il verbo per via orale.

Il meccanismo è quello di persone che seguendo il cerbo (comandamenti) di un leader o un testo scritto hanno per forza di cosa una visione standardizzata morale e di valore e questo va a soddisfare i bisogni del soggetto al punto che potrebbe abbandonare qualsiasi sia la sua precedente visione per sposare questa percependone la convenienza.

Questo processo è l'esatto opposto di quello di omologazione. Nell'omologazione il soggetto nasce e per condizionamento si plasma simile se non identico alla società in cui andrà a vivere, nell'appartenenza settaria accade l'opposto dove il soggetto pur di soddisfare tali bisogni si converte percendolo comunque come un guadagno, cosa che diviene possibile quanto più la visione di quella setta è vicina alla propria.

Il concetto di setta non ha per l'AB un significato negativo a prescindere, per capirle è sufficiente pensare ad una religione dove non c'è nessun Dio (tranne che nelle sette religiose) e tutte le persone hanno una visione simile e quindi vivono armonicamente o comunque dove l'armonia è largarmente facilitata.

L'appartenenza esiste in quanto risponde a diversi bisogno ma anche desideri del singolo e  quanti più un soggetto ne possiede quato più finirà per ricercare qualcuno a cui appartenere.

Per comodità si parla di appartenenza alla sottocultura quando il soggetto ricerca persone simili a quelle della sottocultura stessa che lo ha omologa, si parla invece di riconversione o di appartenenza ad una setta quando la persona esce dalla dimensione di sottocultura per entrare in un gruppo di persone dove c'è un leader o un testo fondamentalista a cui si fa riferimento.

L'appartenenza ci suggerisce come la persona metta da parte il proprio metodo critico perché le conviene, una persona è abituata a vedere dall'esterno queste persone come "stupidi senza metodo critico" ma questa è una risposta affrettata data senza considerare la intenzionalità e dalla convenienza percepita dell'essere così stupidi.

 

Alla base di numerose religioni e organizzazioni di pesone c'è l'appartenenza, cosa che viene resa evidente da testi a cui si fa riferimento, dall'assenza di metodo critico e dal desiderio da parte dei "credenti" di credere al leader e di uniformarsi. Chi riesce a staccarsi o desidera staccarsi interrompendo e liberandosi perfino dal processo subito di omologazione è perché per diversi motivi non ha quei bisogni anzi ha una personalità che si sente soffocata da quella organizzazione.

Quando una setta si genera questa assume ancora più potere in quanto diventa un simbolo e un luogo "paradisiaco" già pronto che ancora di più incentiva a farne parte. 

 

 

L'appartenenza totale oggi è sempre più rara, ci sono persone crescono sempre più adattate e integrate nella società, persone meno fragili e meno insicure e con più metodo critico aiutati dai mezzi che hanno a disposizione, ciò che sta alla base del bisogno di appartenenza viene sempre meno.

Il fenomeno più diffuso di appartanenza è probabilmente quello di un figlio nei confronti del genitore nella sua prima parte dell'esistenza, specialmente quando quest'ultimo è un minimo carismatico e riesce a rassicurare il soggetto che lo vede come un leader e che quindi sposerà completamente o quasi il pensiero di questa persona.

 

 

Poi c'è anche l'appartenenza religiosa (non è un fondamentalismo perché quasi nessuno legge più la bibbia e chi lo fa di solito lo fa con metodo critico).

 

Cosa succede se il soggetto rielabora parzialmente l'appartenenza? Che non si tratta più di appartenenza in quanto viene meno l'effetto compatibiltà e l'effetto accettazione. Di solito chi insegue questa strada lo fa perché comunque ciò che ha ascoltato o letto lo rassicura ma non riesce ad accettare tutto senza metodo critico e non è disposto ad accettare la spersonalizzazione quindi modifica parzialmente quelle "certezze" per farle entrare nella sua esistenza. L'esempio classico lo troviamo in molti cattolici e cristiani morderni che hanno rielaborato a proprio vantaggio  insegnamenti e scritture perché non sono interessati a fare gruppo in modo coeso, desiderano solo avere delle certezze rassicuranti che li aiutano a vivere meglio. Questo fenomeno si può definire come appartenenza di comodo/parziale e genera numerosi problemi a chi da tale organizzazione trae potere in quanto questo diminuisce il loro potere non avendo più dei "seguaci standardizzati, acritici e obbiedenti".

Probabilmente questa è l'evoluzione statistica di una società, dove man mano che i soggetti crescono e hanno meno fragilità alcuni riescono a fare a meno dell'appartenenza mentre altri ne sviluppano una di comodo.

 

L'appartenenza in famiglia, quando un figlio appartiene al genitore.

 

L'appartenenza genera seguaci (followers) quando c'è un leader a cui gli altri fanno riferimento, le persone che formano una setta dove c'è un leader si definiscono seguaci.

Conflitto di appartenenza, si parla di conflitto di appartenenza nel momento in cui la persona sa che per rimanere in quella situazione è necessario che faccia e dica alcune cose ma a volte queste potrebbero andare in conflitto con altre sue credenze, è da questo conflitto che nascono i seguaci critici (come il religioso critico) che si costruiscono una appartenenza ad hoc specialmente quando la setta stessa lo concede.

L'appartenenza ad hoc produce una scissione o comunque un isolamento da parte del soggetto che non può più facilmente integrarsi con gli altri ma può comunque avere altre vantaggi dell'appartenenza.

APPUNTI:

- inno di Mameli sentimento di integrazione o appartenenza? Fierezza del gruppo? Simbolo di identità sociale.

Nella appartenenza si può perfino manifestare il fenomeno della spersonalizzazione, cioè il soggetto pur di appartenere è disposto ad eliminare e mettere da parte chi era o comunque quella parte di personalità che era conflittuale con quella che si richiede per appartenere.

 

FINO A QUI

 

Pensiamo a quanti "neo cattolici" se così si possono definire che in pratica appartengono in parte al cattolicesimo ma che se si va a scavare si nota che hanno rielaborato e adattato parte di questa corrente di pensiero a loro comodo.

Questo è probabilmente inevitabile in un'età moderna dove alcune persone necessitano comunque ancora di qualcosa a cui appartenere per delle certezze, per sapere che non sono soli come modalità di pensiero ma poi non possono fare a meno di adattare quello che assorbono con un minimo di metodo critico per far coesistere quella valanga di informazioni che ora hanno a disposizione.

L'appartenenza come fenomeno completo ha caratterizzato probabilmente la storia dell'uomo fino all'illuminismo, periodo in cui alcune persone hanno cominciato a sviluppare personalità meno fragili e in grado di affrontare l'esistenza senza queste esigenze, ma con l'avvento della televisione prima e di internet dopo le informazioni sono diventate talmente tanto che è impensabile riuscire ad appartenere in modo totale a qualcosa anche per quelle persone che comunque sono alla ricerca di certezze e di un gruppo di persone che sanno che la pensa come loro, come se non riuscissero comunque ad essere in grado di prendere la loro personalità e dire "io vivo in base a quello in cui credo e in base a ciò che ho capito del mondo".

 

 

"Qual'è la strada più facile per la certezza e della deresponsabilizzazione se non quella di appartenere totalmente ad una corrente di pensiero? Niente critica, niente dubbio, niente senso di colpa uno spasalizio con una verità di comodo che deresponsabilizza completamente e sostiene allo stesso tempo

 

 

Si può appartenere ad una sola persona, come ad esempio a un genitore? Si, non è raro assistere a casi in cui le persone credono nel verbo del genitore.

L'appartenenza evolve a fondamentalismo quando la persona non si limita più a qualcosa di "orale" o qualcosa di limitato, ma si basa su testi scritti, come se ci fossero dei gruppi di appartenenza più estesi e dove si fa riferimento ad un solo leader, un religioso che legge il testo sacro di riferimento e chiede consiglio al leader è da considerarsi come un fondamentalista.

 

 

Pensiamo a quanto era "limitato" il mondo di una volta e nonostante questo c'erano riligioni diverse e correnti di pensiero diverse come le varie correnti filosofiche a cui le persone più fragili finivano per appartenere,  oggi con la globalizzazione esistono infinite strade diverse che si presentano come possibilità che schiacciano queste persone insicure e più fragili, che sono si di meno ma che comunque esistono e finiscono per avvertire ancora più l'esigenza di rifugiarsi a qualcosa a cui probabilmente andranno ad appartenere parzialmente e con riserva dalla quale avere la loro base di serenità.

 

Quali sono le alternative all'appartenenza? Sono due:

- una persona che si costruisce le proprie certezze, una sorta di "appartengo a me stesso";

- una persona che non ricerca certezze, non ricerca un sostegno è in grado di reggere un mondo probabilistico e dinamico, tentare di capirlo nella sua complessità senza necessariamente aver bisogno di verità o sostegno.

 

APPUNTI:

Il problema della fonte unica, quando sei costretto a non fare altro (il problema dell'integralismo che per paura di perdere seguaci impedisce ad esempio la diffusione di altri testi oltre il proprio).

FINO A QUI

Cos'è l'appartenenza? Cosa si intende per appartenere mentalmente ad una corrente di pensiero?

Nel linguaggio comune il termine appartenenza non è diffuso, usato come sinonimo di possessione l'AB se ne riapproria per dare rilievo ad un fenomeno esistenziale, di quale fenomeno stiamo parlando? Del fenomeno in cui delle persone per comodità preferiscono "sposare" un

- appartenenza come sinonimo di possessione.

Essendo questi due significati l'AB sceglie di ridefinire l'appartenenza per evidenziare un fenomeno rilevante ma senza nome, quel fenomeno in cui alcune persone "sposano totalmente una corrente di pensiero", "credono" ciecamente a ciò che questa corrente di pensiero afferma.

Per corrente di pensiero non si intende soltanto una scuola, una religione o un filoso ma qualsiasi cosa sia trasmettibile e teorizzabile, si pensi ad esempio al figlio che sposa completamente il pensiero del padre o della madre, o un gruppo di amici che sposano il pensiero del leader del gruppo etc..

Questo fenomeno si può generare in modi diversi ad esempio perché questi "leader" sono persone carismatiche, persone convincenti o persone che davano in un particolare momento quelle credenze che più l'altro necessitava.

 

Quali sono le cause che spingono una persona all'appartenenza? L'AB ne ha individuate due rilevanti:

- paranoia, cioè il bisogno di certezza;

- intenso e rilevante senso di colpa il quale a sua volta produce la necessità e il desiderio di trovare modi per deresponsabilizzarsi, con l'appartenenza si ha una sorta di "scorciatoria esistenziale" cioè avere sempre la possibilità di rimandare la colpa delle proprie azioni alla corrente di pensiero e non alla propria coscienza.

 

Il primo punto non va visto come un semplice desiderio certezza ma come un tentativo di risolvere tutti i dubbi che nascono guardando la realtà conflittuale che ci circonda ovvero le varie fonti di insegnamento o educazione che sono nettamente in contrasto fra loro.

Si pensi alla contrapposizione scienza/religione, oppure un professore a scuola di matematica e il catechista il pomeriggio al corso di comunione, eliminare il dubbio non è possibile se non appunto scegliendo di appartenere completamente ad una corrente di pensiero e tentare per quanto possibile di annientare la propria "coscienza pensante", si parla di eliminare completamente il dubbio dalla propria esistenza tanto che alcuen persone parlano proprio di "fede", nonostante non ci sia alcun Dio in alcune correnti di pensiero.

 

Non è detto che l'appartenenza sia definitiva, possono susseguirsi diverse scelte di appartenenza, si pensi ad esempio al ragazzo che durante l'adolescenza potrebbe saltare da un'appartenenza più piccola ad una più grande, dal padre al professore, dal professore al gruppo musicale, dal gruppo musicale ad un'icona del presente o del passato, etc..

L'appartenenza così come può essere mutevole può anche fissarsi nel momento in cui scattano meccanismi analoghi alla chiusura mentale, quando fissarsi diventa quasi necessario.

Tutte le persone sfociano nell'appartenenza? La risposta è no, alcune persone non trovano la certezza fuori di sé ma potrebbero trovarla dentro di sé, si pensi a tutte quelle persone che si riscrivono la propria etica, il proprio codice morale, creando la loro personale visione etica e della realtà, altre persone abbandonano la necessità di certezza.

L'appartenenza è una delle tante strade possibili da seguire.

C'è anche da considerare il fenomeno dell' "appartenenza parziale" in questo caso la persona con un suo metodo personale oscilla all'occorrenza fra la sua visione esistenziale e quella di qualcun altro per difendersi, come se usasse come scudo quando più sotto attacco credere per comodità a qualcos'altro per ad esempio non sentirsi in colpa o non avere paura, un esempio eclatante è quello di sentirsi religiosi o comunque credere alla religione solo nel momento del bisogno come quando muore qualcuno.

Conviene appartenere? La risposta è probabilmente no, quante probabilità ci sono che il pensiero di un'altra persona possa adattarsi al meglio alla propria esistenza? Ciò che conviene fare è costruirsi una propria visione del mondo e delle cose crescendo e costruendola su misura sulla propria esistenza per avere la maggior qualità possibile.

 

 

 

APPUNTI:

- appartenere è un modo anche per semplifacarsi l'esistenza, seguire una strada già battuta in discesa.

- come si comportano le persone che non appartengono a nulla? In due altri modi, o si costruiscono la propria visione attivamente, oppure fanno una sintesi personale di tutto ciò che hanno ereditato spersonalizzandola, facendola propria e quindi non appartenendo a niente di esterno.

DA RIVEDERE 

 

Dal video è chiaro quanto il fenomeno dell'appartenenza sia diffuso, e di queste persone che si "arrabbiano e offendando" quando viene toccato loro ciò a cui si sentono appartenere.

Questo si spiega dal fatto che mettere in discussione questa autorità, trovare eventuali errori equivarrebbe a vedere la propria fonte di certezze crollare, se questa autorità non è perfetta, vera, pura, infallibile, non ci sono più le certezze di cui ho bisogno, anzi questo vorrebbe dire che tutte le mie decisioni sono state incerte e quindi forse sbagliate, etc...

L'autorità viene inglobata nell'intransigenza, così come non possono cadere le mie credenze, non possono e devono cadere quella dell'autorità a cui appartengo, perché mi servono così, intatte, pure e perfette.

Nel video è chiaro come l'autore esprima il suo rifiuto di "appartenere" dicendo che è bello informarsi, ascoltare più campane, con componente critica.

 

Concludendo l'appartenenza è un atto conscio e volontario in cui la persona si rivolge a un "credo rilevato" cioè che gli dica come decidere, come esistere, gli dia delle certezze a cui lui si aggrapperà per poter andare avanti senza dubbi, senza incertezza e inibizioni e senza senso di responsabilità (la colpa non è mia ma del mio credo), quindi questo non va confuso con la succubanza o con il comando che una persona potrebbe esercitare.

L'appartenenza viene considerata totale ma può esistere anche un'appartenenza parziale di comodo in cui la persona si prende solo quello che gli serve per essere stabilizzata e rifiuta il resto perché non gli crede o perché non gli fa comodo (sacrifici).

Questo fenomeno genera i neofarisei che nel caso religioso crea non pochi sistuazioni assurde, l'esempio è quella per cui una persona che crede nella religione cristiana lo fa sia per sapere come comportasi ma anche per avere la vita eterna, una persona per avere la vita eterna nel paradiso deve appartenere totalmente a essa, ma un neofariseo non lo fa, e in quanto tale il suo stesso stato teoricamente sarebbe destabilizzante, ma così non è, perché queste persone non accettano di appartenere totalmente e non accettano la conseguenza di questa appartenenza parziale, creando una visione delle cose completamente distorta in modo da poter avere la botte piena e la moglie ubriaca.

Quindi arrivano paradossalmente a definirsi e credere di essere appartenenti totali quando in realtà sono parziali e reggono questa loro credenza sul fatto che sia normale alcune cose modificarle, alcune cose rfiutarle, ma non è così, l'appartenza totale non è contrattabile, queste persone sono suscettibili a qualsiasi tentativo esterno di dimostrazione del loro approccio distorto.

Un esempio lampante è questo formulato da Albanesi.it riguardo agli appartenenti alla religione cristiana:

"Chi dà un senso alla propria vita con una religione rivelata deve seguirla con coerenza e ritenere un non credente una cattiva persona."

Si dimostra come un'appartenente alla religione cristiana debba necessariamente in base al credo cristiano considerare cattiva una persona non religiosa o diversa dalla propria religione, queste persone appunto non considerano una persona non credente in questo modo, invece di rendersi conto della propria illusione di appartenenza parziale e di comodo aggrediscono Albanesi o comunque i metodo di ragionamento oggettivi, pur di salvare il loro stato di compromesso, necessario alla loro stabilizzazione.

 

 

 

APPUNTI:

-l'appartenenza non ha niente a che fare con la dominanza tramite il gruppo "sentirsi più dominanti quando si fa il branco" l'appartenenza è esclusivamente un bisogno mentale

- può esistere una appartenenza al singolo? o solo appartenenza ad una corrente di pensiero, un gruppo etc..? Si può esistere

 

- con l'appartenenza la persona soddisfa due bisogni, quello di paranoia, trovando qualcuno che gli fornisce certezze e allo stesso tempo il desiderio di deresponsabilizzarsi, la persona è come se rimandasse la totale responsabilità della sua esistenza a ciò a cui appartiene e quindi è una scappatoia mentale che può usare sempre, nonostante ci crede con certezza qualsiasi cosa succeda non è farina del suo sacco ma ha fatto, ha agito e pensato in base a ciò a cui ha scelto di appartenere, anche se logicamente la cosa non è propriamente così siccome la persona ci crede non si sente né in colpa né in ansia, non da responsabilità alla sua decisione di appartenere ma soltanto a ciò a cui appartiene.

- l'appartenenza cavalca l'effetto autorità, è probabile che ciò a cui apparteniamo è anche ciò che riteniamo la "massima autorità".

ultima modifica il: 18-06-2020 - 10:19:55
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