Si definisce autosufficiente un soggetto che preso in uno specifico intervallo di tempo non ha avuto bisogno di altri soggetti per stare bene e per fare tutte le cose che desiderava fare.
La dipendenza descrive il fenomeno negativo per cui si è "appesi ad un filo" e se questo filo si rompe, si cade. Immaginate di avere un amico e immaginte di avere venti amici, nel primo caso ogni volta che quell'amico non ci sarà sarete di fatto soli nel secondo caso la probabilità che non ci sia un amico quando se ne ha bisogno è nulla, si è indipendenti.
Questo fa si che l'indipendenza totale non esiste, ma un soggetto autosufficiente con un'autonomia economica ed emotiva elevata ha di fatto ampi margini in cui può stare solo e agire nella sua esistenza senza rendere conto a nessuno o aver bisogno di nessuno.
Il problema dei rapporti di compromesso che potrebbero annullare i vantaggi dell'indipendenza in quanto il soggetto è vincolato a non poter fare alcune cose per non ferire l'altro, come si definisce questo fenomeno?
Sia l'autosufficienza che l'indipendenza sono due stati che si raggiungono dopo un percorso di crescita e di costruzione, specialmente nell'indipendenza emotiva dove il soggetto prima costruisce una serie di interessi e poi una serie di rapporti equilibrati senza che si ritrovi a dipendere da una o poche persone.
Con questo termine si fa riferimento non ad una totale indipendenza della persona, siamo esseri sociali e per questo finiremo in un modo o nell'altro per interagire con altre persone per desiderio o bisogno, perché c'è da imparare qualcosa, chiedere aiuto, etc.. quanto più nel concetto di autonomia, cioè la persona è in grado di poter passare del tempo da solo o affrontare le cose da solo senza che abbia necessariamente bisogno di altri.
Le persone si cullano del fatto che l'autosufficienza totale non sia possibile per giustificare la loro mancanza di autosufficienza e il fatto che non riescano a stare sole senza soffrire o avere problemi, per quanto possano autoconvincersi e sentirsi giustificati ciò non toglie che la loro scelta non sia razionale e infatti ne pagano la conseguenza soffrendo quando capiterà a volte di rimanere sole o quando finiranno per dipendere dagli altri anche per le piccole cose.
Sviluppare un'autonomia sufficientemente lunga è fondamentale per essere felici perché altrimenti sarà inevitabimente soffrire quando qualcuno non ci sarà o quando ci sarà da fare qualcosa e non avremo nessuno vicino.
Pensate a quelle persone che nella loro giornata riescono a stare diverse ore da sole immerse nelle loro passioni, riescono a fare cose senza l'aiuto di nessuno per poi godersi il contatto sociale quando capita oppure organizzarsi per chiedere aiuto a qualcuno per una cosa che non sanno fare o che gli va spiegata e poi pensate a quelle persone che invece quando non hanno nessuno intorno immediatamente si sentono sole o si annoiano o che per ogni minima cosa da affrontare hanno bisogno di qualcuno che li rassicuri o che gli dica cosa fare o addirittura che la faccia al posto suo.
Il rapporto borderline nasce proprio nel momento in cui una persona invece di puntare ad avere un minimo di autonomia si "fonde" con l'altro, lo vede e usa come fonte di emozioni, fonte di tutto quello che non riesce ad avere da solo finendone per dipendere e facendo scattare quelle dinamiche problematiche fra cui spiccano gelosia, sentimentalismo, elevate aspettative, etc..
- una componente emotiva, ovvero avere la possibilità di essere contenti senza che ci siano altre persone ma venga dai propri hobby, interessi e passioni così da potersi interfacciare con gli altri senza vivere nell'urgente impellenza di trovare appagamento tramite l'aiuto di qualcuno.
La componente operativa la potremmo spiegarefacilmente con un esempio, immaginate di spostarvi in un altro paese, vi ritrovate da soli e andare in una nuovo posto, essere autosufficienti operativamente vuol dire essere in grado di fare tutto senza alcuna sofferenza o problema, riuscire ad uscire, prendere un mezzo, parlare con gente nuova, pulire casa, fare spesa, etc... la persona è adattata e si sente tale nel fare la maggior parte delle attività comuni sia in campo di gestione della casa sia in altri ambiti, come ricerca del lavoro, interazione con nuove persone, e non ha bisogno ad esempio di un genitore, un partner o un amico che sia lì a dare consigli, a fare supporto o dare aiuto. Potrebbe capitare che alcune cose richiedano un breve "riadattamento" ma questo fa parte dell'agenticità del soggetto che sa farlo, non teme l'evento e sa gestirlo quando capita. Grossomodo una persona autosufficiente a livello operativo potrebbe cambiare paese domani e non avere nessun problema significativo.
Essere autosufficientemente emotivamente quindi è una condizionenecessaria per essere continuamente appagati e non essere vincolati agli altri, avere una base solida dove appoggiarsi senza che si necessiti di altre persone per provare gioia, ma sopratutto avendo questa base la persona ha autonomia, è soddisfatta e quindi può muoversi nella società con calma, facendo le cose coerentemente e efficacemente, analizzando gli altri, vedere se si è compatibili, senza questa base la persona essendo "insoddisfatta" è come se avvertisse la necessità impellente di soddisfarsi e questo la spinge a non avere più tempo a disposizione per fare analisi, ad avere la ludicidità di vedere se la realtà è come la desidera o se è compatibile con lei, ma quello stato di "disperazione" (per usare il gergo comune) la spinge a crearsi aspettative ed ad idealizzare, proprio perché non può e non vuole perdere nemmeno un secondo, dato la necessità di ritrovare un minimo di appagamento.
Questo spiegherebbe perché le persone che non sono autosufficienti emotivamente tendano tutte a comportarsi allo stesso modo, fra idealizzazione aspettative ed alternare momenti in cui le illusioni reggono e qualche aspettativa arriva e sono soddisfatte, a momenti in cui soffrono perché non c'è nessuno o chi c'è si è rivelato diverso da come credevano o non gli sta dando ciò che si aspettavano.
Immaginate una persona che sa cucinare, e si prepara qualche piatto che le soddisfa la fame, questa persona non morirà di fame e ha anche una sua soddisfazione, questo farà in modo che con calma (ma senza perdere tempo o cullarsi della propria autosufficienza) si diriga all'esterno per trovare persone disposte ad offrirgli o scambiare altri piatti di pasta che può piacere e che desidera. Questo stato di sazietà e soddisfazione iniziale è necessario per non farsi aspettative, per non essere feriti e non soffrire da quelle persone che non ci daranno nulla per arrivare senza problemi con calma e senza sofferenza a quelli che ci soddisferanno il palato con gusti e sapori diversi che noi da soli non avremmo potuto avere, un desiderio verso l'esterno lo si può attendere per un periodo di tempospecialmente se c'è una base di soddisfazione interna, ma comunque anche per questo c'è una scadenza e se una persona autosufficiente si "culla troppo" del tanto sto bene da solo, probabilmente nel lungo periodo pagherà questo errore di non essersi diretto per tempo e con calma verso ciò che desidera e che da solo non poteva avere.
Una persona autosufficiente, sa che potendo fare tutto da sola non soffrirà mai per un eventuale abbandono o allontamento di qualcuno o tutti (a livello operativo) però sa anche che potrebbe puntare alla collaborazione, dividendo le fatiche, ecco perché l'autosufficienza operativa è un punto di partenza, anche se qui è più opzionale.
Una frase che si avvicina al concetto di autosufficienza dell'AB è questa:
"Ci hanno fatto credere che ognuno di noi è la metà di un’arancia, che la vita ha senso solo quando riusciamo a trovare l’altra metà. Non ci hanno detto che nasciamo interi, che mai nessuno nella nostra vita merita di portarsi sulle spalle la responsabilità di completare quello che ci manca: si cresce con noi stessi. Se siamo in buona compagnia, è semplicemente più gradevole. John Lennon"
L'AB è quasi completamente d'accordo con questa frase tranne per un punto, quello in cui si dice che si nasce come interi, in realtà non è così, nasciamo vuoti e a seconda di come gli eventi formeranno la personalità si determinerà l'autosufficienza o meno, senza togliere il fatto che poi si possa successivamente cambiare, la persona ha la responsabilità di raggiungere la propria autosufficienza per poteraffrontare l'esistenza al meglio, invece di sperare in una realtà di comodo come quella della metà.
Faccio un'introduzione: la mia famiglia è frammentata, ho i miei parenti più importanti che vivono lontano da me (madre, sorella maggiore e fratello minore) e ho passato episodi parecchio brutti in passato, soprattutto a causa del carattere e della cattiva gestione familiare dei miei genitori. Attualmente vivo con mio padre (troppo autoritario, egocentrico e totalmente privo di empatia) e mia nonna (non mi trovo bene nella mia situazione attuale, quindi cerco negli amici conforto ed accettazione, proprio perché non vivo bene a casa mia). Il rapporto con mia madre non è mai stato tanto problematico, mi sono sempre trovato generalmente bene. Ho cominciato ad avvertire i sintomi della mia sofferenza psicologica da quando il mio migliore amico è partito per farsi una nuova vita all'estero (circa un mese fa): questo mio amico riusciva a sopperire al mio carattere facendomi da ponte con le altre persone, d'altra parte la maggior parte degli amici che conosco li conosco grazie a lui e in tutti gli anni in cui ci uscivo (dai 17anni) era sempre lui a chiamarmi per uscire (facendomi cosi sentire partecipe, in compagnia ed accettato), quindi mi sono abituato ad essere sempre chiamato e a non prendere l'iniziativa. A parte lui, con gli altri amici ho un rapporto generalmente più superficiale.
Se tutti quanti noi avessimo uno società tale che mai nessuno si ritrovi mai da solo e a prescindere da ciò che sappia fare o le sue passioni avesse sempre qualcuno che lo aiuta e lo fa stare beneteoricamente l'autosufficienza così come è concepita non servirebbe, ma comunque qualcuno continuerebbe lo stesso a cercare ad esempio delle passioni o per suo desiderio essere in grado di fare le cose senza nessuno, questo metodoserve a prendere delle cose che sono positive di suo e riunirle per prendere una componente umana "la solitudine" e trasformarla in "solitarietà" ovvero essere in grado di vivere alla grande anche da soli.
Per rendervi conto quanto questa società sia "sottosviluppata" quante volte avete ricevuto una risposta del genere? Probabilmente nessuna ad indicare che le persone o stanno con altre persone, o per vari impegni o doveri sono costretti a malincuore a rinunciare a questa unica fonte di gioia non autosufficiente, la società, e la forma più diffusa è quella verso il proprio partner.
Test di autosufficienza operativa: "riusciresti a rimanere da solo in una nuova città senza conoscere nessuno senza provare alcuna emozione negative e non avere nessuna difficoltà?" Se la risposta è no non si è autosufficiente a livello operativo, le cause sono diverse e spaziano dalla mancanza di adeguatezza alle varie componenti alle inibizioni che una personalità conserva, anche nel caso delle inibizioni nonostante la persona potenzialmente potrebbe essere da sola potrebbe necessitare di un'altra persona che l'aiuti a superare queste inibizioni cosa che da sola potrebbe non fare o fare con notevole sofferenza.
"Chi sa camminare solo può partire oggi e in qualsiasi altro momento desideri, ma chi sa viaggiare solo in compagnia non ha altra scelta che attendere qualcuno che lo accompagni e che lo diriga verso le scelte e azioni esistenziali, specialmente quelle più rilevanti."
APPUNTI LA CONFUSIONE DELL'AUTOSUFFICIENZA CON IL RESISTERE NELLO STARE SOLI, con varia sofferenza ed insoddisfazione, autosufficienza è felicità nello stare soli, nessun compromesso,
Probabilmente il video ti è piaciuto, il video qui sopra riportato ha scarse visualizzazioni, ma l'originale che è stato cancellato riportava milioni di visualizzazioni con un rapporto di 1 non mi piace ogni 100 mi piace, per un totale di un centinaio di non mi piace. Io faccio parte simbolicamente di quel gruppo di persone a cui non è piaciuto il video, perchè "non mi piace" non essere autosufficiente e mi piace invece essere autosufficiente, cosa c'entra questo con il video?
Il video cosa mostra? onviene a livello esistenziale essere autosufficiente. Ora spiegherò il perchè. Il video probabilmente ti è piaciuto perchè empaticamente hai sentito la stessa contentezza che sentivano quelle persone quando erano aiutate, il piacere di ricevere attenzione, le cure anologhe a quelle materne, perchè comunque tu come loro si aspettavano di essere protette dall'esterne, ne avevano bisogno.
Ma io non voglio diventare come quella anziana che invecchiando non ha più la possibilità di sopportare la borsa della spesa, se non ci fosse quella ragazza che l'aiuta, anzi quando quella ragazza andrà via dopo quale salà la qualità esistenziale? Non voglio essere come quella donna sola al tavolino ad aspettare chi sa chi o cosa, non voglio.. non voglio sperare che sia qualcuno a darmi ciò che desidero voglio essere autosufficiente. In alcune parti poi c'è la confusione con la legge, se io perdo il telefonino a parte il mio errore se qualcuno lo ruba è reato, mentre non è reato non aiutare una vecchia che si è trascurata al punto da non essere autossufficiente e diventare vecchia.
Quante persone nella prima scena hanno notato che il bambino non porta protezione? Il coinvolgimento emotivo vi ha spostato l'attenzione, ve l'ha diminuita? Dov'è la prevenzione? Se io andassi in skateboard mi mettere le protezioni e farei un percorso funzionale affinché vengano prevenuti incidenti, conoscenza dei limiti, studio etc.. In quella scena c'è un bambino che cade e subito viene soccorso. Se io fossi stato al suo posto, avendo le protezioni, sarei caduto con il sorriso, il sorriso che avrei anche prima di cadere, dato che se faccio qualcosa è per passione. Caduta che mi sarebbe servita a crescere, a ottimizzare la mia passione.
Non commettere l'errore di confondere l'autosufficienza e la prevenzione, l'autosufficienza è una cosa su cui conviene investire perchè fa parte della componente della prevenzione stessa. L'esempio della vecchia che non ce la fa a reggere il peso di una busta, fa comprendere come conviene investire sulla salute del proprio corpo, e per chi pensa che la debilitazione corporea sia una cosa "naturale" "inevitabile" andatela a raccontare all'ultra novantenne maratoneta che straccia nella corsa, il trentenne palestrato o sedentario.
Cosa accade quando la persona non è autosufficiente? Che si ritrova a nutrire aspettative verso l'esterno affinchè qualcuno soddisfi quel bisogno che lui da solo non sa soddisfare. Qui potrebbe scattare il legame, ma non è automatico.
Quando faccio degli errori non mi risento, se perdessi il cellulare sorriderei pensando a tutte quelle persone che si arrabbierebbero solo perché hanno perso dei soldi, io invece coglierei l'occasione di comprendere perché ho fatto quell'errore e cosa fare, come ridefinire il mio programma esistenziale, cosa cambiare nella mia identità affinchè non accada più in quelle circostanze e quindi di fare un passo in avanti nel mio sviluppo personale. Se qualcuno me lo riportasse indietro non cambierebbe nulla, dato che quella perdita è stato un fattore "positivo".
Nel video ci sono altri errori come quello empatico, ma che non saranno trattati nell'articolo.
Quesito
Nel senso : se ci sente soli non è che la ricerca di qualcuno può diventare un "analgesico" per i propri problemi? Ultimamente non me la passo bene,tra parentesi sto facendo delle cose abbastanza nuove per me che mi spaventano anche, del tipo avere a che fare con delle persone con cui lavoricchio e che sono abbastanza lontane da me,allora penso che se avessi un ragazzo lui mi darebbe il suo appoggio e la sua protezione. Anche perchè da sola mi sento non incapace,ma senza una protezione...come se non avessi le spalle coperte anche emotivamente. Stare con qualcuno può realmente aiutare?